Emanuela Fontana
da Roma
È notte. Non cè traffico, lautostrada è sgombra. Poi qualcosa: è chiara, è enorme. Lauto su cui viaggiano due ragazzi non ce la fa a evitarla. La colpisce in pieno: è un masso, un sasso gigante. Limpatto è violento, così violento da staccare il motore e lasciare che la macchina continui la sua corsa fino al muro. Alle spalle cè unaltra auto: sbanda, il guidatore non fa in tempo a frenare, urta violentemente il corpo motore che si è staccato dalla prima auto e si schianta. Lauto vola, poi crolla sullasfalto: ci sono quattro persone allinterno, una morirà, le altre resteranno ferite. In passato già altri sassi erano stati lanciati in quella zona, tra Cassino e Pontecorvo. Ma niente di simile a quanto accaduto all1.55 di venerdì notte, al chilometro 666,592 carreggiata sud della A1, sotto a un cavalcavia, il numero 439, che unisce le campagne di Piedimonte San Germano. In quel punto Francesco Gioffrè, 15 anni, di Torino, ha visto morire suo padre, Natale, che guidava lauto per accompagnare a Foggia una coppia di amici, Claudio e Clemente Schinco, prima di raggiungere Messina.
Un morto e cinque feriti, di cui uno, in condizioni gravi. Le indagini ancora apertissime. Sono tre le ipotesi in piedi: un gruppo di persone potrebbe aver fatto una pazzia in piena notte per vedere leffetto di una bomba simile sull'autostrada. La pista del lancio di un gruppo di vandali è stata subito battuta dagli inquirenti, Digos, polizia stradale e Procura di Cassino, che stanno conducendo le indagini. Ma non è lunica.
Il questore di Frosinone, Salvatore Margherito, sottolinea che al momento «non sono state trovate impronte» nel presunto punto del lancio, sulla balaustra del cavalcavia. A Cassino si ricorda che altre volte, negli anni in cui tirare sassi dai ponti «andava di moda», alla fine degli anni Novanta, cera stato qualche episodio analogo. Ma si tratta di anni fa. «Bambini che si divertivano a scheggiare i parabrezza», ricorda il questore. È vero anche che la zona intorno al cavalcavia 439 è spesso frequentata da giovani ubriachi o drogati. È anche unarea di prostituzione, dove gli eccessi sembrerebbero abbastanza allordine del giorno.
Il lavoro procede a 360 gradi, ha sottolineato Margherito. Nessuna eventualità è stata esclusa: il masso pesava 41 chilogrammi, per una lunghezza di 70 centimetri e una larghezza di 40. La massicciata in quel punto è molto alta. Se sono state delle mani a gettare il masso sullautostrada, sono state quelle di almeno due persone. Unaltra possibilità può essere che il grosso masso si sia staccato da un camion che percorreva quel tratto di autostrada, ma il materiale sembra troppo simile a quello di altri massi che si trovano proprio intorno alla zona del cavalcavia per accreditare questa ipotesi. È allora più plausibile che la grossa pietra sia caduta sì da un camion, ma che transitava sul cavalcavia 439 e non sulla A1. È una pista di cui parla il questore: il masso può essere caduto mentre qualcuno lo stava trasportando dalla «discarica» a qualche altra parte. Nessun testimone si è presentato finora alla polizia per raccontare particolare dei minuti precedenti la tragedia. Nessuno ha visto che un masso è stato lanciato. Gli inquirenti stanno ascoltando varie persone dei paesi vicini per capire se qualcuno ha visto. Una leggera buca nellasfalto confermerebbe comunque una caduta dallalto.
Nel pomeriggio è arrivato su posto anche il pm Carlo Morra. I Il fascicolo aperto dalla Procura di Cassino è per ora contro ignoti. Il reato è quello di omicidio colposo e lesioni.
Natale Gioffrè, 46 anni, separato con due figli, è morto durante il trasporto in ospedale. Gioffrè, alla guida della sua Golf, non è riuscito ad evitare il motore della Clio. La macchina si è ribaltata più volte su se stessa.
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