Pim, pum, pam. Patapum. Pausa. Dura poco, si ricomincia: crash, beng, suoni evidenti di stoviglie in frantumi. Siamo agli urli: «Basta, vattene via!». «Io di qua non mi schiodo, vecchia megera». «Vecchia sei tu, che a quarantanni vuoi metterti con mio figlio che ne ha ventidue, poveretto, e la sua mamma, che poi sono io, non gli ha ancora insegnato niente. Vergognati». Pim, pum, pam, crash: altro servizio in pezzi. Era quello della nonna, porcellana di terza scelta, ma che aveva resistito alle due guerre mondiali. Si ricomincia: «Lascia stare mio figlio, sgualdrina!». «Non ci penso nemmeno, molla tu la zuppiera, piuttosto». I vicini di casa, temendo il peggio, chiamano i carabinieri. È la soluzione giusta: i lanci incrociati di piatti, pentole e bicchieri si fermano di colpo (anche perché, intanto, sta scarseggiando la materia prima). Cominciano gli accertamenti: è la «suocera» che ha preso la mira e ha fatto partire il primo piatto, quello decisivo. La «nuora» quarantenne ha risposto per le rime, a colpi di pentola di acciaio inox 18/10. In un amen la casa - dove, fra laltro, la «nuora», sgradita ospite, aveva già deciso si insediarsi dopo il matrimonio - sè trasformata in un campo di battaglia, mentre le orecchie dei vicini si sono riempite di insulti e grida beluine. Tregua forzata, grazie ai carabinieri che si sono messi in mezzo con supremo sprezzo del pericolo.
Ma anche il figlio ha fatto da mediatore: ha promesso alla mamma di ripensarci, e alla fidanzata di trovare provvisoriamente unaltra sistemazione. A tutte e due, intanto, ha garantito un nuovo servizio da quarantotto coperti. Di carta. Non si sa mai.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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