Suocero di De Rossi, l’indagine all’Antimafia

Passerà oggi formalmente alla Direzione distrettuale antimafia il fascicolo sull’omicidio di Massimo Pisnoli, suocero del calciatore giallorosso Daniele De Rossi, ucciso a Campoleone di Aprilia e ritrovato una settimana fa. Sin dal primo momento i magistrati della Dda hanno chiesto informazioni e da quanto emerso dalle prime indagini sembrano esserci pochi dubbi sull’ambiente nel quale è maturato il delitto. La pista seguita è ormai quella di uno «sgarro» fatto alla criminalità romana. Tecnicamente per l’indagine non cambia nulla, il fascicolo passa alla Dda perché le modalità esecutive fanno deporre per un reato ideato, concepito e commesso dalla malavita organizzata romana. Il passaggio dell’inchiesta a Roma che, è stato spiegato alla procura di Latina, è un atto tecnico, consentirà, tra l’altro, di evitare atti nulli qualora si arrivasse a individuare assassino e mandanti. Soddisfatta l’avvocato della famiglia Pisnoli, Giuseppina Tenga: «Nella Capitale ci sono mezzi più appropriati e quindi indagini più puntuali che, speriamo, porteranno a risultati più immediati per accertare la verità».
I carabinieri del comando provinciale di Latina, agli ordini del colonnello Leonardo Rotondi, hanno fino all’ultimo continuato a indagare per cercare di ricostruire gli ultimi movimenti della vittima.

Attività rese difficili dal fatto che non c’è traccia delle sue due auto, entrambe Lancia Y, né si trova il telefono cellulare. Qualche novità potrebbe però arrivare dai tabulati del traffico telefonico del suo numero. I militari hanno ascoltato parenti e conoscenti ma senza finora aver aggiunto molto al quadro investigativo.

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