
Un pianoforte che risuona in tutto il mondo, dalla Palestina all'India un po' ovunque dove c'è bisogno di solidarietà...Decine di dischi incisi e migliaia di concerti dagli anni Settanta ad oggi per Gaetano Liguori che ha musica e politica nel cuore ma non solo. Un tempo impegnato politicamente in prima linea nella sinistra extraparlamentare e oggi laureato in teologia in attesa di una seconda laurea in teologia magistrale non perde occasione di raccontarsi e lo fa ora con un libro e un long playing, come ai vecchi tempi.
Dunque Liguori l'impegno è sempre alla base della sua attività.
«Sì, ho pubblicato il libro Il grembo del mistero che racconta la mia esperienza di fede».
Come è arrivato alla fede?
«La musica per me è sempre stata impegno; un tempo politico, oggi di solidarietà e vicinanza agli altri attraverso una ricerca interiore e di fede».
Come ha iniziato?
«Sono stato al Conservatorio di Milano dal 1962 al 2016, prima da studente poi da insegnante».
E non è stato attratto dal rock?
«Sì, marginalmente, dal beat, dagli Animals».
Come si definisce?
«Un sognatore coi piedi per terra e la testa in cielo».
Il suo disco?
«È la versione in long playing, per i cultori del genere del mio album con miei brani e alcuni classici popolari rivisitati».
Non sta vivendo un momento particolarmente felice.
«È morto a 98 anni mio padre Lino, grande batterista che inciso brani come Una lacrima sul viso».
Ora cosa sta facendo?
«Mi laureo in teologia magistrale».