Super Mario superpanzer

Una grande Italia fa fuori la Germania dall'Euro. Cassano ispira e fa l'assist del primo gol a Balotelli. Che poi raddoppia. Germania, amaro capolinea: in 45 minuti si conferma il tabù. LE PAGELLE DEGLI AZZURRI: Pirlo professore, Cassano da impazzire

Super Mario superpanzer

Varsavia Degni eredi di Rivera e Mazzo­la, di Paolo Rossi e Tardelli, degni di Del Piero e Grosso, gli ultimi eroi di un calcio che non muore mai e diventa gigante nel­le curve più insidiose. Sono i nuovi cava­lieri azzurri di Prandelli, capaci ieri sera di mettere alla porta l’armata di Germa­nia e di spianarsi la strada verso la finale di Kiev, sistemata domenica sera nel fol­le calendario di Platini e soci. Scegliete voi i protagonisti principali e gli interpre­ti della serata memorabile: c’è chi prefe­risce il tal­ento assoluto di Antonio Cassa­no che porta in campo il figlio per festeg­giare, o la folliadi Mario Balotelli,chi se­gnala­i guanti d’amianto di Buffon oppu­re la tenuta stagna di Barzagli e Bonucci, chi ricorda che a causa dell’acciacco la Nazionale ha perso anche Abate, rim­piazzato da Balzaretti a destra in modo sublime.

L’importante è non ignorare mai il ruolo decisivo di un centrocampo fuso nell’acciaio che ha nel pianista Pir­lo il sapiente ispiratore e nei due uomini della scorta, Marchisio e De Rossi, due esemplari collaboratori. Non bisogna nemmeno dimenticare la mano sapien­te di Cesare Prandelli, ct con la valigia in mano ma degnissimo erede di Bearzot e di Lippi,all’altezza di sicuro di Dino Zoff che dodici anni prima guidò l’Italia di Toldo e Totti verso la finale di Rotterdam persa poi per lo sberleffo di Trezeguet.

È una magnifica Italia quella che cancella la Germania dall’europeo e si riconse­gna un’altra serata favolosa lungo il cri­nale di un europeo esaltante. Che ades­so può trasformarsi in una leggenda. La Germania questa volta deve inchi­narsi dinanzi ai più forti. I più forti sono loro,i ragazzi d’Italia arrivati su un prato infame e scivoloso, a dare a tutti una grande lezione di calcio vero, manovra­to, spettacolare. Per chi immagina la par­tita perfetta, senza sbavature, che fini­sce col far diventare uno strepitoso pro­tagonista anche Balzaretti, bene deve ri­guardarsi una, dieci, cento volte la semi­finale di ieri sera tra Germania e Italia.

E pensare che tutto è possibile a un mani­polo di italianuzzi che hanno voglia di stupire e di esprimere la più grande moti­vazione. Adesso c’è la finale, c’è la Spa­gna. Che non può dormire sonni tran­quilli. Appena 24 ore di riposo e via, an­cora sull’aereo, per andare incontro alla gloria. Che la storia è già scritta con la pa­gina di ieri sera. Dev’essere uno choc per questi tede­schi tronfi e sicuri di piallarci, scoprire al­l’intervallo che prima di riscrivere la sto­ria, bisognerebbe violentare la cronaca la quale invece esprime un verdetto pre­ciso e sagomato: 2 a 0 per l’Italia.Un 2 a 0 meritato, espressione di un calcio corag­gioso e spettacolare, esaltato dalla vena magica di un ragazzo di colore che nel cuor ci sta, che indossa la maglia azzurra numero 9 e che merita questa mattina la prima pagina più dello spread del verti­ce Ue. Balotelli perfeziona, secondo ma­nuale, quel che tutti i suoi sodali appa­recchiano con giocate e lanci da incorni­ciare.

Non c’è bisogno di maledire una indecisione di Montolivo in area, basta aspettare con fiducia. Prendete il cesel­lo di Antonio Cassano sul primo gol: por­ta a spasso Hummels che è un armadio­ne e poi pennella una palletta che Ma­rio, scrollandosi l’altro perticone bian­co, trasforma nel primo petardo della se­rata. Il secondo, su lancio alla Pirlo di Montolivo, è una folgore di destro che s’infila all’altezza dell’incrocio e incene­risce l’inerme Neuer.

È uno choc visto che la Germania prima e dopo il doppio vantaggio degli azzurri balbettano un calcio senza fantasia e anche senza arti­gli. Sfonda Boateng a destra, d’accordo ma qui De Rossi copre per sé e per Chiel­lini, in evidente ridotta condizione. L’unico segnale di vita tedesco è un sini­stro di Khedira respinto coi guantoni da Buffon. Low ammette gli errori commes­si nelle scelte e prova a ribaltare il suo schieramento nella ripresa.Ma con que­st’Italia gagliarda e tosta neanche Klose può scalfirla, neanche Muller può met­terla in difficoltà. Anzi per tre volte di fila a Marchisio e a Di Natale viene servita su un piatto d’argento l’occasione golosa per trasformare quello striminzito 2 a 1 di ieri in un meritato e rotondassimo 3 a 0.

I tedeschi non trovano sbocchi perché l’Italia arretra ma questa volta in modo intelligente e astuto, costringendo i bian­chi di Germania a lanci lunghi controlla­ti dalla gendarmeria azzurra e da quel fuoriclasse di portiere che è Buffon, deci­sivo nel tenere al coperto i suoi. Solo nel finale, per qualche minuto, quell’inca­pace di arbitro, il francese, s’inventa un rigore, su un duello corpo a corpo tra Bal­zaretti che tocca d’istinto il pallone con la mano. Buon per lui e per Platini che il sigillo di Özil risulti inutile.

A Kiev, ragaz­zi, si riparte ancora. E questa volta per l’ultimo atto di una nuova favola chiama­ta Italia del calcio.

P.S. : se qualcuno a palazzo Chigi può, ci saluti tanto la signora Merkel a nome di tutti gli italiani di Varsavia!!!!!

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