Comè il mondo senza calci dangolo, calci di rigore, calci e basta? Bellissimo. Così la domenica sportiva più lunga e meno pallonara della storia - eccetto qualche Ferragosto e durante la tregua olimpica - può cominciare felicemente allora del primo caffè. Collegamento con Sepang, dove Valentino Rossi chiude i conti col mondiale a modo suo: secondo posto, sgommata, maglietta col numero sette, gli amici travestiti da Pisolo, Gongolo, Cucciolo e gli altri. Tutto così goliardico, così deliziosamente italiano. Compresa quella stretta di mano sul traguardo malese fra lui e luomo che lo sta tenendo dietro: Loris Capirossi. Già, perché in questo settembre delle moto, la Ducati è risorta, la rossa a due ruote titilla lorgoglio italiano. E paga uno scotto micidiale alla sventura di dover fare da ancella al Rossi debordante del settimo mondiale.
La domenica prosegue, le emozioni pure. E il pallone resta sullo sfondo. A Madrid perdiamo il solito mondiale di ciclismo che, secondo gli esperti, «avevamo già vinto». Petacchi bollito, Bettini lasciato là in mezzo al vento a prosciugarsi. È il momento più moscio del dì di festa, e neppure da Torre del Greco arrivano notizie confortanti. Nadal è scatenato, Galeazzi si sgonfia, Ferrero torna lo splendido re del Roland Garros, Bracciali rientra fra gli operai della racchetta. Va avanti la Spagna e i calciofili perfidi scherzano: «Visto? Tutto quello spazio per rimanere in serie B». Ci piacerebbe sapere qual è il posto della nostra nazionale di pallone, fra un mondiale e laltro.
La sera rilancia laltra Italia. Le ragazze del volley, pur sconfitte, si tengono stretto un argento europeo guadagnato a sorpresa. E in Brasile il ruggito McLaren (inutile doppietta) non basta a spaventare Alonso. E neppure a togliere a Flavio Briatore un nuovo mondiale, guadagnato facendo la tartaruga dopo una lunga primavera da gazzella. Si vince e si guarda la Tv: dalle nove di mattina alle nove di sera, 12 ore per un decathlon che esclude il calcio. E fa venir voglia di prendere a prestito gli eccessi di Alberto Sordi ne I vitelloni. Campionatooo? Segue gesto dellombrello. Roba da ultrà, non ci riguarda.
Abbiamo vinto e abbiamo perso, abbiamo vissuto con lo sport italiano che ha unanima, del genio, unorganizzazione tutta sua. La notte ci porta anche lInter più affascinante degli ultimi anni. E quella giocata di Figo vale unimpennata di Valentino, un passante di Nadal, uno sprint di Petacchi (quello vero, non suo cugino), un sorpasso di Alonso.
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