Supermarket globale, l’Italia tra i paesi più cari

da Milano

Sarà anche vero che viviamo in un mercato globale, ma alla fine a comprare il latte si va al mercato sotto casa. E i prezzi dell’ortofrutta pagati dal signor Rossi sono ben diversi da quelli di mister Smith o del norvegese Olsen. A Milano per il latte bisogna sborsare un euro e mezzo, mentre a Oslo 1,63 e a Praga appena 63 centesimi. Al signor Rossi va peggio con la benzina: la verde è a prezzi da record mondiale, testa a testa con la Francia. Va meglio invece col cinema (siamo lontani dagli oltre 12 euro inglesi) e con i trasporti: spostarsi a Milano e Roma conviene, puntualità a parte: solo un euro contro i quasi quattro di Oslo.
Per sapere se le italiche lamentele sul carovita sono eccessive bisogna però tenere conto anche dell’altro lato della medaglia: i salari. La Norvegia è senz’altro il Paese più caro, ma tra il 2000 e il 2005 gli stipendi lordi sono aumentati del 27,8%, contro il 13,7 degli italiani. E la media del salario netto dei dipendenti sotto le Alpi è di 16.242 euro, contro i 28.007 degli inglesi. Tenuto conto del potere d’acquisto, la spesa italiana è quindi tra le più salate.


Per i prezzi al dettaglio la globalizzazione è una chimera, ma perlomeno ora che c’è internet ce ne accorgiamo, grazie ai servizi di comparazione on line dei prezzi come Pricerunner, da cui sono tratti i dati «stranieri» nella tabella qui a fianco. In alcuni casi poi, vedi le tecnologie, può davvero convenire l’acquisto in paradisi dei gadget come Giappone e Usa.

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