Rita Smordoni
Dopo lapprovazione della delibera del Comune sullemergenza abitativa, è il momento di passare ai fatti. Impresa tuttaltro che agevole, come sostiene lopposizione capitolina, visto che si rischia di restare al classico «libro dei sogni» delle dichiarazioni. Anche lo stanziamento del governo di 105 milioni per gli sfrattati di Roma e Napoli, ha suscitato più polemiche che gratitudine da parte del Campidoglio. Oggi interviene nel dibattito, per i costruttori romani, anche il presidente dellAcer, Silvano Susi.
La delibera del Campidoglio sulle politiche abitative, di fatto vi offre la riduzione dellonere concessorio in cambio dellimmissione sul mercato di nuova edilizia a canone solidale. È vero che la vostra risposta è tuttaltro che entusiasta?
«Noi dobbiamo rispettare una serie di paletti, specie sugli investimenti. Se sulle vecchie compensazioni andiamo ad aggiungere ulteriori vincoli a situazioni economiche e finanziarie consolidate diventa difficile. Lultima ipotesi dellassessore Minelli, quella del canone solidale, vede una fascia sociale che pagherebbe laffitto in base al reddito. Da parte nostra non cè nessuna preclusione di tipo sociale, però evidentemente vanno quadrati i conti».
Il canone solidale, però, non è previsto da nessuna legge. Potrebbe essere difficile da applicare?
«Se è per questo, anche il canone concordato ha incontrato finora grosse difficoltà di applicazione».
Come funzionano le cose?
«La Regione offre un contributo in cambio dellaffitto a certe percentuali. Cè un vincolo preciso, si sa qual è il valore. Ma nella realtà questo progetto la gente lo ha seguito poco, i vantaggi del canone concordato sono molto contenuti».
Voi, invece, avete proposto di cambiare l1 per cento di destinazione delle aree del nuovo piano regolatore da sociale a residenziale.
«Il meccanismo che abbiamo studiato, e che è già recepito anche dal nuovo Prg, è quello delle cosiddette aree di riserva a trasformabilità vincolata. Il proprietario cede l80 per cento dellarea al Comune in cambio delledificabilità sul restante 20 per cento».
Lunione Inquilini si è detta interessata. Chi si oppone, però, sono i Verdi. Legambiente fa i calcoli e dice che l1 per cento in questione corrisponde ad unestensione pari a 6 volte Villa Pamphili.
«Ovviamente queste operazioni possono essere fatte anche in aree abbandonate. Però è ovvio che dobbiamo guardare allemergenza. Nessuno vuole distruggere parchi o riserve naturali, però l1 per cento di territorio, considerando che la casa è il problema principale della nostra città, può essere unestensione accettabile».
Con questa formula dell1 per cento quanti nuovi alloggi si potrebbero costruire?
«Circa 25mila. Si potrebbe risolvere il problema dellemergenza».
Nella delibera si parla di procedere allesproprio dei comparti edificatori nelle Zone O.
«In generale i proprietari di un diritto edificatorio consolidato, che proviene dal Piano regolatore precedente, hanno fatto un investimento a lunga scadenza. Di solito gli espropri funzionano su aree che possono essere acquisite a prezzo contenuto, diversamente i proprietari ricorrono alla giustizia amministrativa».
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