«Svendopoli» dopo «Affittopoli» tra privilegi, rivelazioni e querele

Gentile Direttore, sia domenica che oggi (ieri ndr), il quotidiano da Lei diretto è tornato ad occuparsi della vicenda concernente la vendita degli immobili degli enti pubblici.
Ed anche in tale circostanza, Il Giornale ha rivolto attenzione, tra gli altri, all’acquisto dello stabile sito a Roma, in Largo Arenula 34, da parte della società «Il Campanile srl».
A tal proposito vorrei sottolineare che la società «Il Campanile srl» si è limitata ad esercitare - come peraltro centinaia di migliaia di italiani - un proprio diritto. Un diritto sancito dalla legge, quello di prelazione, in quanto locataria dell'immobile stesso.
Tale diritto, infatti, in nessun modo poteva essere alienato a terzi, o al partito dei Popolari-Udeur, come più volte qualcuno, strumentalmente, ha provato a scrivere.
I Popolari-Udeur, infatti, non sono mai stati locatari dell'appartamento al quarto piano del palazzo oggetto di vendita.
L'acquisto è stato fatto a pieno diritto (lo attesta il carteggio con l'Inail) dalla società «Il Campanile srl» che lo ha comprato nelle modalità previste dalla legge stessa e dal Consorzio G1, al prezzo di mercato (e, francamente, non mi pare certo regalato) di 1,45 milioni di euro, attraverso un mutuo di pari importo contratto dagli stessi soci de «Il Campanile srl». Così come l'affitto pagato negli anni precedenti è sempre stato del tutto in linea con i parametri del mercato immobiliare romano. Nessun favoritismo, dunque, né svendite.
Vede, Direttore, il concetto di prelazione sul quale si potrà essere d'accordo o meno, e che in questi giorni comunque sta facendo discutere, non necessariamente si declina con arbitrio e abuso da parte dei «potenti». La prelazione, infatti e semmai, non è un privilegio riservato ai soli potenti, ma un diritto di centinaia di migliaia di inquilini che lo hanno esercitato secondo i criteri previsti dalle leggi italiane.
Capo Ufficio Stampa Popolari-Udeur
Il problema sollevato dall’Udeur è sbagliato: non si è mai affermato che si tratta di un’operazione illegale. Si è invece sostenuto con poche buone ragioni che è moralmente e politicamente discutibile il fatto che un uomo pubblico acquisti un appartamento di pregio con un considerevole sconto.

Vogliamo ricordare, per l’ennesima volta, che la norma originaria prevedeva l’alienazione degli immobili di pregio senza alcuna agevolazione. Così non è stato e questo - se vogliamo stare nel campo del diritto - per noi rappresenta un fatto eticamente grave. E politicamente censurabile.

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