Lo sviluppo? Frenato dalla mobilità

Sabrina La Stella

«Un luogo di confronto tra istituzioni locali e tessuto imprenditoriale, in cui verificare le necessità dell’area metropolitana romana». Così il presidente dell’Unione Industriali di Roma Luigi Abete ha presentato ieri alla stampa il nuovo Osservatorio per le infrastrutture e il territorio, che, precisa Abete, «servirà, oltre a identificare le priorità e a progettare le opere necessarie, anche a stabilire tempi e metodi di realizzazione».
L’Osservatorio ha l’obiettivo di affrontare una grande criticità della Capitale, quella della mobilità «che finora è stata un pesante ostacolo alle potenzialità di sviluppo economico, seppure il Pil del Lazio risulti in costante crescita». Abete ha sottolineato infatti il bisogno della città di una rete infrastrutturale adeguata, «per poter stabilizzare il trend positivo, che per ora si fonda unicamente sulle capacità messe in campo da singole personalità del mondo politico e imprenditoriale». È proprio dai risultati positivi raggiunti fino a oggi che Abete conta di partire, per dare il via ad una nuova epoca di investimenti. In parte da realizzarsi con il capitale pubblico e in parte con il project financing. E non a caso si è presentato alla stampa in compagnia di Mauro Moretti, nella doppia veste di vicepresidente Uir e amministratore delegato di Rfi e dell’amministratore delegato Eur Spa Mauro Miccio.
La Uir non ha perso tempo, presentando una programmazione ambiziosa di opere stradali e ferroviarie, che ridisegnano di fatto il trasporto cittadino. «Un lavoro necessario, per dare all’area metropolitana di Roma uno ruolo dignitoso nel nuovo contesto europeo», ha spiegato Mauro Moretti. Tra le numerose opere indicate, prioritarie sono il completamento della terza corsia del Gra, il rafforzamento della litoranea verso la Pontina e la previsione di un secondo anello stradale intorno a Roma. Nel piano ambizioso Uir non manca il collegamento di tutte le direttrici ferroviarie regionali con la metro e la progettazione di nuove aree di parcheggio. Tra le ipotesi anche il raddoppio del tracciato ferroviario Nettuno-Campoleone e quello della linea per Fiumicino. Non mancano all’appello anche opere già approvate, come il raddoppio di Osteria-Fara Sabina, per cui è stato siglato un accordo a gennaio tra Campidoglio e Rfi. E a Fara Sabina, a Pomezia e a Passo Corese sono in fase di progettazione degli interporti (nodi di interscambio tra ferro e gomma) che andranno ad affiancare quelli di Fiumicino e di Bagni di Tivoli. «Per fare in modo - ha spiegato Moretti - che la gran parte del traffico merci possa slittare fuori città, senza congestionare gli slot che arrivano nella Capitale, occupando le linee utili ai viaggiatori metropolitani».
Infine nel piano troneggia la conclusione dei lavori dell’alta velocità.

La linea tra Roma (Salone) e Napoli (Gricignano), entrata già in funzione su sede propria da dicembre 2005, dovrà adesso innestarsi nella rete ferroviaria cittadina. La stazione di Salone dovrebbe essere così collegata alla Prenestina, da cui realizzare le due diramazioni per Termini e Tiburtina.

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