Svolta nell’inchiesta Gea Moggi junior indagato

Giulia Bongiorno assume la difesa. Anche un filone sui bilanci dei club

Marcello Di Dio

da Roma

Le ipotesi di reato sono pesanti: illecita concorrenza con minacce, violenza e turbativa della libertà di commercio. Illustre è il nome dell’indagato: Alessandro Moggi, figlio chiacchierato di Luciano, dg della Juventus. Sullo sfondo c’è la Gea, la discussa agenzia di procuratori nel mondo del calcio. I pm romani Luca Palamara e Cristina Palaia hanno iscritto nel registro degli indagati Moggi jr, presidente della Gea World ma la decisione risalirebbe allo scorso anno. Fu un atto dovuto per il ruolo ricoperto dallo stesso Moggi junior in seno alla Gea, ma anche per aprire l’indagine e interrogare come testimoni i principali accusatori del sistema calcio, tra i quali Zeman. (doping amministrativo)
A ridare impulso all’indagine (arrivata a un punto morto e vicina all’archiviazione, dopo quelle della Figc e della commissione di indagine della Camera) sono state le recenti esplosive dichiarazioni di Luciano Gaucci da Santo Domingo. «Il calcio italiano è tutto taroccato, tutto in mano alla Gea - aveva rivelato l’ex patron degli umbri -. Per la vendita di Liverani alla Lazio, un affare da 25 miliardi di lire, mi hanno puntato una pistola alla testa. Sono stato costretto a versare il 15 per cento alla Gea. Sono andato personalmente, accompagnato dal mio autista, quattro, cinque volte nel loro ufficio al centro di Roma: ogni volta portavo con me una valigetta piena di banconote. Alla fine, ho versato 3 miliardi e 750 milioni di lire in nero». Dichiarazioni confermate dai figli di Gaucci, Alessandro e Riccardo, condannati agli arresti domiciliari dalla procura di Perugia per il crac dei Grifoni. «Accuse infondate», risposero dalla Gea World. Ora i pm di Roma vogliono verbalizzare le esternazioni di Gaucci senior e quindi lo ascolteranno non appena rientrerà in Italia (forse fra due mesi, ndr). In più Palamara e Palaia chiederanno una proroga delle indagini e vaglieranno la posizione di soci ed ex soci dell’agenzia. Tra questi c’è anche Chiara Geronzi, figlia di Cesare, presidente di Capitalia (tirato in ballo da Gaucci dopo il fallimento del Perugia, ndr): secondo alcune fonti starebbe per cedere le sue quote, ma dalla Gea smentiscono.
«È un accanimento ingiustificato Moggi - ha detto Franco Zavaglia, amministratore delegato della società -. È una nuova inchiesta alla quale ci sottoporremo con tranquillità, l’importante è non dare credito a personaggi che non hanno mai dimostrato credibilità nel mondo del calcio». «Alessandro Moggi indagato? Sospenderei ogni giudizio fino al termine delle indagini - è il giudizio del procuratore Pasqualin -. Comunque, come sostiene anche il presidente dell’Antitrust Catricalà, certi vincoli di parentela agevolano chi opera dall’altra parte del tavolo». Alessandro Moggi è tranquillo e vuole chiarire al più presto la vicenda. Così ha nominato come suo legale l’avvocato Giulia Bongiorno, già difensore di Andreotti al processo per mafia di Palermo e di Francesco Totti al processo sportivo di Euro 2004, che potrebbe presentarsi già oggi di fronte ai magistrati.


Il fascicolo Gea è una «costola» dell’inchiesta sui bilanci delle società di calcio di A e B e sulla loro regolarità rispetto all’iscrizione dei campionati dal 1999 al 2003. A Roma sono indagati Franco Sensi e l’ex patron della Lazio Sergio Cragnotti, la cui posizione dovrebbe essere definita nelle prossime settimane con il deposito degli atti.

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