Svolta verde in casa Ferrari La supercar scopre l’elettrico

nostro inviato a Ginevra

La prima giornata del Salone dell’auto di Ginevra ha portato bene al titolo Fiat. Il balzo del 3,9% a 8,21 euro, all’indomani dei dati sul crollo degli ordini di vetture in Italia (-35% a febbraio), vede il mercato credere alle parole del presidente Luca di Montezemolo, secondo il quale segnali di miglioramento per il settore arriveranno tra l’estate e l’autunno. Ma il titolo torinese ha beneficiato anche delle aperture arrivate dal direttore generale di Peugeot, Jean-Marc Gales, all’ipotesi di rafforzare gli accordi industriali in corso fra Torino e Parigi, nonché dall’avanzamento del progetto del gruppo italiano sull’auto elettrica, grande protagonista della rassegna ginevrina, grazie all’apporto dell’alleata Chrysler. Montezemolo, che ha tenuto a battesimo la prima supercar ibrida della Ferrari e annunciato che «il Cavallino è nelle condizioni di autofinanziarsi», ha toccato gli argomenti più caldi che vedono il gruppo in trincea. Su Termini Imerese, per esempio, alla disponibilità del Lingotto a collaborare con il governo per assicurare un futuro all’impianto, mettendolo sul mercato a costo zero, Montezemolo ha anche aggiunto che Fiat è pronta a sostenere con un piccolo investimento eventuali idee interessanti per la fabbrica siciliana: come spiegato, in una lettera al ministro Claudio Scajola, dall’amministratore delegato Sergio Marchionne. E a proposito di Marchionne, quasi a voler anticipare una delle domande che potrebbe arrivare dall’assemblea degli azionisti del 26 marzo, Montezemolo ha precisato di andare d’amore e d’accordo con l’amministratore delegato: «Non ci sono contrasti, facciamo parte dello stesso team».
Ma le preoccupazioni per come girerà il mercato dell’auto, in assenza di incentivi, da marzo in poi, non mancano: «Sarà una primavera difficile», ha commentato il presidente del Lingotto, rammaricandosi in particolare del calo degli ordini di veicoli a metano e Gpl, che per le loro caratteristiche virtuose «sono importanti per il rinnovo del parco automezzi».
Montezemolo ha quindi ribadito il valore strategico dell’accordo con Chrysler, «dal quale l’Italia avrà solo benefici», da non limitare al lavoro garantito per i 1.200 dipendenti dell’ex fabbrica Bertone assorbita da Fiat.
«Una cosa è certa - ha aggiunto -: cercheremo di mantenere gli obiettivi e gli impegni che ci siamo assunti. Il 2011, inoltre, sarà un anno di grandi novità anche per i modelli, mentre l’anno successivo vedrà Alfa Romeo rientrare sul mercato americano. Ma sarà la 500 a percorrere per prima le strade Usa, già dall’anno prossimo».
Intanto da Sorocoba, in Brasile, dove ha inaugurato il nuovo stabilimento della Case New Holland, il più grande per la produzione di mietitrebbia, trattori e scavatrici dell’America Latina, Marchionne ha stimato in un 16% il calo delle vendite di auto in Europa a causa del mancato rinnovo degli incentivi. Prima di decollare alla volta di Ginevra, il top manager ha affermato che anche Chrysler inizierà a vendere auto in Brasile, mentre Fiat potrebbe incrementare i suoi investimenti nel Paese sudamericano di qui al 2015. L’impianto alle porte di San Paolo, ha aggiunto Marchionne, accompagnato dal vicepresidente John Elkann, «è il più importante investimento mai fatto in Brasile da un’industria di questo tipo». All’impegno di 400 milioni di euro, bisogna infatti aggiungere i 6mila posti, tra diretti e indiretti, che verranno creati entro il 2012.

«In un anno difficile come il 2009 - ha ricordato Marchionne - l’apporto delle attività brasiliane ai risultati di Fiat è stato determinante: parliamo di ricavi in crescita sul 2008 per circa 12,5 miliardi, in un anno che ha visto il Brasile superare il nostro Paese come primo mercato dell’auto». In Italia, però, si continua con la cassa integrazione. Tra marzo e aprile toccherà a Mirafiori: coinvolti 900 addetti.

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