Il tabaccaio: "Fu Gaucci a giocare la schedina" E l'ex segretaria: "In ricevitoria mandava me"

Il titolare della ricevitoria racconta: "Quel giorno del 1998 mi consegnò i numeri la sua segretaria. Poi l’ex patron del Perugia andò a incassare". Conferma anche l'ex segretaria, Barbara Delduca: "Mi affidava i contanti per il Superenalotto. Dopo mi confidò: 'Ho vinto due miliardi'"

Il tabaccaio: "Fu Gaucci a giocare la schedina" 
E l'ex segretaria: "In ricevitoria mandava me"

Pubblichiamo l’intervista firmata da Caris Vanghetti, pubblicata su Panorama oggi in edicola, a Francesco Basilico (nella foto sotto), amministratore della Fortuna 93 società che possedeva la ricevitoria di via Merulana 266 a Roma. Qui il 2 maggio del 1998 fu giocata la schedina del Superenalotto la cui vincita di 2,2 miliardi è ancor oggi contesa dall’ex patron del Perugia calcio Luciano Gaucci e dalla sua compagna dell’epoca, Elisabetta Tulliani. Il signor Basilico spiega come ad aver giocato la schedina e ad aver poi presumibilmente incassato la vincita in denaro sia stato, tramite la sua segretaria, proprio Gaucci.

Basilico, lei era il tito­lare della ricevitoria di via Merulana 266?
«No, io ero l’amministra­tore della Fortuna 9 3 (la s o­cietà che possedeva l a rice­vitoria, ndr ), ora c’è un’al­tra gestione. Io ho vendu­to il locale dopo averlo te­nuto dal 1993 al 2004».

Si ricorda di Luciano Gaucci?
«Sì, Gaucci h a comincia­t o a venire nel ’98, quando è nato il Superenalotto. Lui amava giocare, è un “cavallaro” e l o s a tutta Ro­m a che era uno che gioca­va parecchio».

Quanto giocava al Supere­nalotto?
«Il primo giorno mi ha giocato 28 milioni di lire. C’era anche mia sorella, i o l’ho riconosciuto e lei mi ha chiesto: ma chi è que­sto che gioca così tanti sol­di? E i o l e dissi: i l presiden­te del Perugia calcio».

Come glieli pagò quei 28 milioni?
«In contanti».

E poi e venuto altre volte?
«Veniva sempre, allora i l Superenalotto era solo il sabato. Poi hanno messo anche il mercoledì. Lui giocava entrambi i concorsi tutte le set­timane? Sì, tutte le settimane».

E mediamente quanto gioca­va?
«In quel perio­do giocava molti milioni, dipendeva... Certe volte mi diceva che andava in studio, buttava la penna a casaccio e poi gio­cava i numeri dove veniva lo scarabocchio».

Si ricorda la famosa gioca­ta?
«Era un venerdì».

Chi la fece?
«La segretaria d i Gaucci, Barbara. Deve sapere che la mia era una ricevitoria speciale. Infatti, non tutti gli esercizi possono accet­tare quegli importi di gio­care perché l a Sisal vuole le fideiussioni a garanzia (per evitare frodi da par­te degli eser­centi, la Sisal chiede garan­zie bancarie per il periodo the passa tra quando vengono raccolti i soldi della giocata dalla ricevitoria e quando quest’ulti­m a li accredita alla so­cietà di giochi, il lunedì, ndr )».

Gaucci era un cliente im­portante per la sua ricevi­toria? «Importantissimo. Nel gioco era u n tipo pazzo, ca­pace che ti puntava una somma stratosferica e io dovevo essere pronto. Per questo m i ero adeguato al­le sue esigenze».

A quanto ammontava quella vincita?
«Due miliardi e 214 mi­lioni d i lire (la vincita effet­tiva fu invece di 2,204 mi­liardi, ndr ). Fece un 5+1, una trentina di 5, poi un centinaio d i 4 e 7mila-8mi­la tre».

Elisabetta Tulliani dice che quella vincita l'ha fat­ta lei.
«No».

Lei come fa a esserne cer­to?
«Perché Barbara non di­pendeva d a Elisabetta Tul­liani. Barbara era l a segre­taria di Gaucci».

Lei è sicuro che quella schedina che vinse i 2 mi­liardi era di Gaucci?
«Sì, certissimo, perché Tulliani non poteva gioca­re una schedina di 20 nu­meri, 1 9 numeri, 1 8 nume­ri, sono tanti soldi».

Quella schedina contene­va un sistema comples­so?
«Adesso non mi ricordo se quella schedina fosse da 20, 19 o 18 numeri, lui giocava così, minimo gio­cava 1 2 numeri. Allora co­stava parecchio giocare 1 2 numeri (la schedina vin­cente era composta da 14 numeri, ndr )» .

Fu pagata in contanti o in assegni?
«In contanti. M e li porto Barbara in una borsa. Poi m i ricordo che la domeni­ca mattina (il giorno suc­cessivo alla vincita, ndr ) vennero Gaucci e Tulliani. Quando seppe della vinci­ta, lui mi disse: “Sono sta­to tutta la sera in ansia”.

Perché s e quella sera fosse uscito il 6, ciò avrebbe ri­dotto la sua vincita del 5+1. Poi mi ha chiesto un foglio uso bollo e una mar­ca».

Per farne cosa?
«Ah non lo so, forse per andare i n banca a incassa­re». 

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