È guerra aperta tra la polizia penitenziaria ligure e il provveditore regionale. E questultimo ha deciso di sparare ad acqua. Non con le pistole giocattolo, ma con le valvole che regolano le condotte dellacqua potabile delle carceri. Nel senso che ha disposto di aprire i rubinetti solo per poche ore al giorno e di contingentare persino le docce degli agenti. «Pronto a chiudere i contatori generali allo scadere esatto delle quattro ore, nel corso dellintera giornata, stabilite per lerogazione - attacca Michele Lorenzo - segretario regionale del sindacato Sappe. È solo lultimo affronto che il provveditore ha deciso di farci. Ha dato mandato a tutti i direttori degli istituti liguri di adottare queste misure di risparmio di acqua potabile. Ovviamente il risparmio è una scusa».
La sfida in effetti va avanti da tempo. E recentemente ha raggiunto livello di scontro alti. Nelle scorse settimane il provveditore Giovanni Salamone ha trasferito il segretario nazionale aggiunto del Sappe, Roberto Martinelli. Lo ha messo al carcere di Marassi mentre era in distacco a Roma. Un atto che, nei confronti del numero due del più grande sindacato di polizia penitenziaria, suonava come un gesto di sfida. «Un gesto comunque ripetuto adesso nei miei confronti», spiega Michele Lorenzo, leader ligure del sindacato. Sul braccio di ferro in atto è stata presentata anche uninterpellanza parlamentare dal senatore Giorgio Bornacin del Pdl, mentre domani gli agenti della polizia penitenziaria manifesteranno alle 10.30 davanti alla sede del provveditorato. I problemi delle carceri restano intanto gravi. Nonostante a Marassi sia in corso uno svuotamento delle celle.
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