«Tagli, tasse e ticket: ecco il Lazio di Marrazzo». Lha riassunta così la «questione regionale» il vicepresidente della commissione Sanità del Senato Cesare Cursi (Alleanza nazionale), spiegando lintervento di ieri sciorinato nellaula parlamentare in occasione della discussione sulla legge finanziaria, e ha voluto sottolineare che «da venti mesi ormai si sta assistendo a una serie di provvedimenti, di scelte politiche e di rivelazioni che, se confermate, metterebbero sempre più in crisi la tenuta della giunta Marrazzo. Oltre al fatto che - ha proseguito - da altri otto mesi si sta rimandando, da parte del presidente, la presentazione di un programma serio e credibile sul rientro del debito finanziario».
«Sono state dette e scritte solo chiacchiere sulle ipotesi di ripiano - spiega Cursi - perché lunico dato che emerge è quanto grava la poca dimestichezza gestionale della giunta ulivista sulle spalle dei cittadini e delle imprese del Lazio. Quello che dovrebbe essere il programma da realizzare ancora devessere posto al vaglio del ministero dellEconomia. Invece, fino a oggi, sono stati presentati solo brogliacci senza valore».
La sintesi puntuale del senatore, così come è stata sciorinata, potrebbe cogliere alla sprovvista tutti coloro che hanno confidato nelle parole dellassessore al Bilancio, Luigi Nieri, che ha più volte ricordato di confidare in un aiuto del governo centrale per ripianare il debito. Già, ma a questo punto e dopo aver ascoltato pure lesponente di An, è possibile avanzare un quesito incontestabile: su quali basi si fonderebbe laiuto del governo se il programma di ripiano definitivo non cè?
Piuttosto, vista laria che tira, non è difficile ipotizzare che invece di aiuti arriveranno nuove gabelle contando pure sul fatto che, dallinsediamento della giunta Marrazzo, le aliquote in capo allente territoriale sono solo aumentate. Basta farsi i canonici due conti, e Cursi se li fa, per dire quanto grava laumento delle addizionali regionali già applicato ad agosto scorso in sede di assestamento di bilancio.
Infatti lesponente di An ci tiene pure a precisare che allo stato dellarte quegli stessi esborsi non bastano. E il perché è presto detto: «Ogni azienda in media sta pagando già 2.000 euro in più di Irap allanno e ogni cittadino, che supera i 35mila euro annui di reddito, dai 500 ai 1.000 euro in più di Irpef. Ma per la maggioranza regionale non sembrano ancora sufficienti e giù con nuove pressioni.
Eccoli gli altri balzelli: i ticket sui farmaci che potranno oscillare dai 2,50 ai 5 euro, i ticket sulle prescrizioni specialistiche per una quota fissa di 10 euro oltre al ticket base che si dovrà pagare per effettuare lesame medico e quello ulteriore per i codici bianchi al pronto soccorso. «Senza contare che - continua Cursi - in tutto questo bailamme la giunta Marrazzo naviga a vista: basta ricordare la sospensione e poi la revoca del capitolato di gara sul Recup cui aveva partecipato solo la cooperativa Capodarco, assieme alle molteplici esternazioni sul taglio dei posti letto e la chisura o la riconversione di alcuni presidi ospedalieri».
La disamina del senatore di An sulle promesse del centrosinistra riporta lattenzione anche al fatto che la cosiddetta «questione Lazio» va a interessare in modo preponderante laula del Senato anche quando si approfondisce qualche tema in particolare. Il «caso Cognetti» è uno di questi visto che continua a tenere banco e a essere alimentato da provvedimenti personalizzati su capitoli correlati allapprovazione del testo della Finanziaria.
«Mi ha stupito che nella Finanziaria lUlivo si sia dato un gran daffare per stabilire che - specifica Cesare Cursi - solo i direttori generali e i direttori scientifici di Asl, ospedali e istituti di ricerca non possano e non debbano ricoprire un doppio incarico. Si è addirittura scomodato il presidente della commissione Sanità, Ignazio Marino, per presentare un emendamento ad hoc. Invece sarebbe stato più equo individuare anche la categoria dei direttori amministrativi e sanitari. Macché, nulla di fatto».
Cosicché sembrano fondate le supposizioni che portano a pensare quanto male, la maggioranza ulivista, abbia digerito che il direttore scientifico dellIfo Francesco Cognetti continui a ricoprire il proprio incarico presso lIrccs di Mostacciano dopo aver vinto il ricorso amministrativo contro la propria rimozione «coatta».