Con la precisione di un orologio svizzero, a poco più di un mese dallapprovazione del piano di riordino della rete ospedaliera regionale da parte del ministero dellEconomia, si vanno a concretizzare i primi tagli ai reparti specialistici e ai posti letto. Neanche a dirlo si parte proprio dal centro della città, ossia dallAsl Roma A, con uno degli ospedali storici: il San Giacomo.
Qui nel nosocomio situato nel cuore del rione di Ripetta a partire dal 16 aprile prossimo verrà definitivamente chiuso, per ordine del direttore generale Carlo Saponetti, lintero reparto di ostetricia e ginecologia. Già, e dalle disposizioni specifiche emanate dal direttore sanitario Stefano Pompili, indirizzate al dirigente dellunità operativa Carolina De Carolis oltre che allo stesso direttore sanitario del presidio Laura Pennesi, costoro si dovranno prendere la briga di «voler rivedere la programmazione del personale in servizio fino a quella stessa data e di pianificare successivamente i ricoveri per le donne in gravidanza presso altre strutture ospedaliere quale a esempio lunità di ostetricia dellospedale Santo Spirito che ha assicurato la necessaria disponibilità».
Indicazioni e diktat fissati per proteggere la cosiddetta continuità assistenziale che però mancano inequivocabilmente di quella gentilezza e discrezione che in questi casi si dovrebbe tuttavia rispettare. Perché, pari opportunità e tutela della donna a parte, è bizzarro che gli stessi sanitari non tengano a mente quellattitudine che porta a rispettare e quindi a tenere presente quel rapporto confidenziale e altamente fiduciario che ogni donna ripone nel proprio ginecologo o nella propria ostetrica nei nove mesi di gravidanza e soprattutto al momento del parto.
Fatto sta che proprio alla faccia delle «pari opportunità», queste considerazioni il manager Saponetti non si appresta neppure lontanamente a considerarle visto che, per la Regione, il motivo cardine sul quale si fonda la chiusura del reparto è la cosiddetta «non rispondenza agli standard di attività previsti». In pratica il general manager dellAsl Roma A cerca di addolcire quella dizione utilizzata spesso dallassessore alla Sanità Augusto Battaglia che prevede il «taglio dei reparti a basso rendimento» per arrivare alla medesima soluzione.
Ma se davvero fosse la scarsa produttività la causa da imputare alla chiusura del reparto, forse si dovrebbe analizzare anche landamento delle prestazioni medico-specialistiche dal 2001 a oggi, ossia da quanto la Ztl è stata istituita attorno allarea del San Giacomo e chiederne lumi anche al sindaco Veltroni. Ma tantè.
Inoltre con questa decisione a partire dal 16 aprile si dovranno ricollocare una sessantina di operatori sanitari, dirigenti medici e personale ausiliario (di preciso ci andranno di mezzo 8 ostetriche, 5 pediatri, 9 ginecologi, 20 infermieri di ginecologia, 10 infermieri del nido e una decina di ausiliari).
Tagli: si comincia dal S. Giacomo
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