Cronaca locale

Un taglio alla gola, infermiera assassinata

Paola Fucilieri

Era proprio una brava persona Sandra Mireya Ramirez Gaona. Un’ecuadoregna di 33 anni, madre di un ragazzo sedicenne, in Italia con la famiglia da tanti anni. Per questo chi l’ha ammazzata - piantandole un coltello da cucina nel collo e sgozzandola non prima di averla colpita in testa con 4 violentissime martellate e aver tentato di soffocarla con un cuscino - può averlo fatto solo in preda a un forte raptus omicida. «Delitto d’impeto» dicono i carabinieri di Sesto San Giovanni e Monza. Che ieri pomeriggio sono intervenuti in aiuto ai colleghi di Cinisello Balsamo quando, nel centro della cittadina a est di Milano, è stato scoperto il cadavere massacrato di questa assistente della casa di riposo «Martinelli».
Quando i vigili del fuoco sono entrati, sfondando la finestra al terzo piano di un grosso stabile del centro di Cinisello, in viale Rinascita 127, erano da poco trascorse le 15.30. A denunciare la scomparsa della donna era stata, poco prima, la sorella Nancy, 34 anni, corsa dai carabinieri dicendo di aver incontrato Sandra l’ultima volta mercoledì pomeriggio. «È dalla mattina dopo che non la trovo più - ha raccontato tra le lacrime la poveretta -. Ieri l’ha cercata anche suo figlio, non so quante volte l’abbiamo chiamata tutti sul cellulare, ma inutilmente. Abbiamo aspettato a denunciarne la scomparsa perché credevamo si facesse viva. Ma oggi sono andata a casa sua, la porta è ancora chiusa a chiave e lei non c’è... Ma il suo telefonino squilla dall’interno. Aiutatemi: mia sorella non è tipo da sparire così...».
Infatti Sandra non era sparita. Era nel suo appartamentino ordinato e lindo come uno specchio, un corpo senza vita steso a terra, tra il soggiorno e la camera da letto, un cadavere massacrato in mezzo al sangue, con un cuscino appoggiato sulla bocca. E l’arma del delitto - un coltello da cucina con una lama lunga almeno una ventina di centimetri - abbandonato sul divano.
Quando l’ha saputo, Nancy ha cominciato a urlare per la disperazione, parenti e amici sono corsi lì, in viale Rinascita, per starle vicino, mentre la strada veniva chiusa per agevolare gli andirivieni della Scientifica. Anche il figlio di Sandra, un giovane che soffre di cuore, alla notizia della fine toccata alla madre, si è sentito male lì, sul posto, ed è finito in ospedale.
Ecco, il figlio. Il ragazzo, che frequenta le scuole superiori, da qualche mese era stato allontanato da Sandra per andare ospite da amici. Il clima dell’appartamentino di viale Rinascita, infatti, da un po’ si era fatto irrespirabile. Sandra abitava lì con il convivente, un connazionale (che però non è il padre del ragazzo, ndr) e negli ultimi tempi la coppia litigava spesso e duramente, tanto che i vicini avevano fatto intervenire la polizia. Motivi delle liti? Economici, pare. L’appartamento, infatti, è di proprietà dell’uomo, un operaio che lavora a Milano e che, per quella casa, ha contratto un prestito e un mutuo molto alto. Sandra aveva appena finito un corso per infermiere ausiliarie e cercava un nuovo impiego. Cosa abbia indotto qualcuno a ridurla a quel modo, per ora è un mistero. E se i carabinieri non parlano ancora delle responsabilità del convivente nel delitto, l’uomo è di fatto introvabile. Solo un’edicolante sostiene di averlo visto venerdì mattina. «Ha comprato il biglietto, andava al lavoro.

Come al solito».

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