Sono più di 5mila nella sola capitale. Sono gli appartenenti alla setta dei tangueros. Giovani e anziani, operai e intellettuali, pariolini e borgatari, in pompose manifestazioni ufficiali o nel buio di una milonga di periferia, non importa. Purché sia tango, «il sentimento triste che si balla», sofisticato e sensuale e insieme così istintivo, liberatorio e divertente.
A quanto dicono i maestri più accreditati ballare il tango argentino (almeno a livello amatoriale) è cosa facile: non serve allenamento, prestanza fisica o particolari doti coreografiche. Basta imparare la tecnica di base e lasciarsi andare sullonda della musica e di un abbraccio. Niente complicate sequenze di passi, ma solo un sensuale dialogo del corpo. Non occorre nemmeno essere accoppiati (anche se nelle scuole, i single sono in «lista dattesa»), perché il tango è comunitario e democratico: si troverà sempre una dama o un cavaliere da invitare.
Si può iniziare con unincursione esplorativa in una milonga, ossia il luogo in cui la comunità di tango sincontra per ballare. Nei mesi estivi viene talvolta organizzata allaperto (largo Augusto Imperatore è tra le più suggestive, ogni lunedì), ma tradizione vuole che sia un luogo chiuso, con pista ben levigata, tavolini intorno e luci soffuse. Scovare una milonga non è affar complicato. Basta collegarsi ai numerosi blog e siti di associazioni dedicate al tango: Tangocontemporaneo, TangoinProgress, Fervor de Tango, fino allAssociazione delle Tangare, lelenco è interminabile. Fitto il calendario di milonghe: il giovedì, per esempio, si può optare tra la Milonga del Rio di Trastevere, la Milonga dei Serpenti, il Querer dellEur, il Giardino del Tango e altre ancora.
Lingresso non è esoso: si parte di solito da 5 euro, spesso con buffet o drink incluso. Se arrivate verso le 20, probabilmente troverete un corso per principianti, cui seguiranno altri di livello più avanzato. Quindi, dalle 22,30 a notte fonda (solitamente le 2 o le 3) via alla libera danza. È questo il momento per apprezzare i riti della tribù tanguera. Prima di tutto la musica, che varia a seconda dello stile di tango praticato: dal milonguero classico, al vals fino al ritmo più elettronico del tango nuevo (stile Gotan Project per intendersi). Alla consolle, non un dj ma il musicalizador che alterna la «tanda», ossia una serie di 3/4 brani omogenei per autore o stile. Alle prime note, vedrete partire la «ronda», ossia il movimento delle coppie sulla pista, che è rigorosamente antiorario, dalla parte esterna verso il centro. Attenti a sguardi e movimenti: il tango ha un galateo preciso. Se per esempio un uomo solo vi guarda con insistenza, non è un banale tentativo di abbordaggio ma una «mirada»: lo sguardo con cui cerca di farvi capire che vorrebbe ballare con voi. Se ricambiate, lui procederà col «cabezeo», ossia un piccolo movimento della testa con cui vi sta invitando. A quel punto vincontrerete in pista, mai al tavolo, e una volta terminata la danza, vi riaccompagnerà al punto di partenza.
I tangueros più bravi stanno ai bordi della pista. È per vedere i piedi, perché a contare sono senso del ritmo, musicalità, postura, eleganza, il modo in cui si «pisa» (si appoggia il piede), si gestisce lo spazio e si conduce la compagna. Tanto che è buona regola non proferir parola durante il ballo ma lasciar parlare il corpo e lo sguardo in un dialogo sensuale. Insomma, è un rituale magnetico, che vi farà decidere a proseguire sulla strada intrapresa. Allora non dovrete far altro che contattare una delle numerose scuole della capitale. Per esempio quella di Alex Cantarelli e Mimma Mercurio che dirigono Meditango, che propone un vero e proprio iter di studio con corsi settimanali, pratica del sabato e lezioni di tecnica. Ma la scelta di strutture serie e affidabili e di maestri professionisti è ampia.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.