Tania: «Ho domato il trampolino con il ping pong»

RomaPiange Tania. Piange per la medaglia. Piange per smaltire quella tensione che non la faceva nemmeno respirare sul trampolino e nell’attesa tra un tuffo e l’altro. «Le lacrime sono state una liberazione, una tensione così non l’ho provata nemmeno quando ero negli Usa e c’era l’uragano Katrina in arrivo», ammette la Cagnotto.
È sua la prima medaglia italiana ai mondiali di Roma: finita la gara, l’abbraccio del fidanzato Francesco Dell’Uomo («ora le regalerò il weekend, mi ha fatto dimenticare la delusione della piattaforma», dice) che ha seguito sugli spalti la gara insieme agli amici di Bolzano, che hanno fatto 600 km per non perdersi l’impresa di Tania. Poi il grazie di Giovanni Malagò, presidente del comitato organizzatore. Fino alla premiazione con il presidente Barelli che le mette il bronzo al collo.
Sintomatico che i tuffi, specialità in cerca di impianti, regalino la prima gioia della rassegna capitolina. E anche nel giorno della festa, Tania, come i suoi colleghi, ricorda i problemi che ci sono per costruire prestazioni come questa. «A Bolzano il Comune ci concede la piscina per 4 ore al giorno, poi tirano le corsie e la gente che paga 5 euro vuole lo spazio per sé. Noi non abbiamo un centro federale dove allenarci, il divario con la Cina, i cui atleti lavorano otto ore al giorno in un impianto tutto per loro, resterà sempre grandissimo».
Intanto il suo palmarès si arricchisce: tre bronzi in tre mondiali diversi, la conferma che è la più forte dopo le extraterrestri cinesi e la «sorpresa» di ieri (non per papà Giorgio), la canadese Heymans. «È più forte la gioia di aver battuto una cinese che il dispiacere di essere stata sconfitta dalla Heymans. All’ultimo tuffo, mentre avevo il bronzo in tasca, ho pensato: no, stavolta non può battermi... ». Inarrivabile il mostro Guo Jingjing: «Per me è come un idolo, guardo sempre i suoi tuffi per cercare di imparare da lei», confessa Tania. La Heymans fa due tuffi sopra i 70 punti, la cinese He scende in uno sotto i 60. «L’ultimo l’ho anche accelerato perché non vedevo l’ora di finire, ho cercato di estraniarmi dal boato che accompagna ogni mia esecuzione», dice ancora Tania, stordita dall’emozione. «Si è dimenticata pure il pass in giro, se non glielo recuperavo io... », dice con il sorriso papà Giorgio, contento forse più di lei. «Strafelice per il bronzo e quello di Roma è più importante anche della medaglia olimpica». «Mi ha fatto perdere dieci anni di vita - racconta mamma Carmen -. Certe volte maledico il giorno in cui ha scelto i tuffi e non lo sci, ma poi arrivano giornate così e ogni pensiero cattivo svanisce... ».
Tania racconta la vigilia tormentata, con una responsabilità aumentata dopo il quarto posto da un metro. «Ho passato due notti insonni, ho ripensato miliardi di volte ai tuffi che dovevo fare come quel maledetto triplo e mezzo avanti. Come ho scaricato l’adrenalina? Ho giocato a ping pong con Francesco. E non è come dice lui, tutti i punti che ho fatto non me li ha regalati lui, ma li ho conquistati da sola». Già, sola. Come su quel trampolino diventato sempre più caldo e non soltanto per il sole che picchiava. «Questo non è uno sport tranquillo, se lo scegli sai che devi convivere con il mal di stomaco. Se poi c’è una gara a livelli così alti, mi agito ancora di più. Ho iniziato non bene con il doppio e mezzo indietro, se comincio malino so che è difficile tirarmi fuori. Poi ho visto che anche le altre saltavano male e mi sono ricaricata». Tanto da fare il tris sperato.


Con la medaglia al collo ora pensa al futuro: per l’immediato una bella vacanza con Francesco, per quello più lontano uno stage di tre mesi - probabilmente tra la fine del 2010 e l’inizio del 2011 - in Australia. E poi Londra, l’Olimpiade, l’ultimo sogno da realizzare.

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