Tanta tv e cellulari Ma su internet famiglie bocciate

Indagine dell’Istat, sempre più diffuse mail e l’e-commerce. Ma solo in quattro case su dieci c’è la connessione al web: Italia sotto la media europea

da Milano

Fare shopping passando per il computer ci piace sempre di più, ma per la maggioranza collegarsi a Internet significa ancora soprattutto mandare un’e-mail o al massimo cercare informazione su un motore di ricerca. Un utilizzo limitato della Rete che in Italia è accompagnato da una diffusione ancora insufficiente delle connessioni per navigare. Il re della tecnologia in casa resta il televisore, seguito sempre più da vicino dal telefonino, mentre si diffonde rapidamente la parabola e il dvd soppianta il vecchio videoregistratore. È questa la fotografia del rapporto tra italiani e tecnologia che emerge dall’indagine sulle tecnologie e le famiglie diffusa ieri dall’Istat
Secondo i dati raccolti dall’istituto di ricerca, la diffusione del computer ha subito una notevole accelerazione nel 2006, passando dal 43,9 al 46,1% delle famiglie. Un livello di penetrazione che però è ancora lontano anni luce da quello del televisore, presente nel 93,9% delle case, e del telefonino (in tasca all’82,3% delle famiglie contro l’80,8% del 2005). La tv insomma continua a regnare, ma non senza mutare. Ora è accompagnata dalla parabola in 25 case su 100. E cresce il numero di famiglie che riceve i programmi via cavo (3,9%) o attraverso la tv digitale (5,2%). A fianco di sei televisori su dieci c’è un videoregistratore, ma il dato è in forte calo. La tecnologia vincente per guardare i film è ovviamente il dvd, arrivato già nel 50,7% delle case. A sorpresa si registra un calo, sia pur assai limitato, della presenza nei nostri tinelli delle console per videogiochi.
Le note veramente dolenti arrivano dal rapporto degli italiani con la Rete. La crescente voglia di internet trapela dal forte incremento della diffusione delle connessioni a banda larga e del numero delle persone, una su cinque, che hanno acquistato beni o servizi online (entrambi i dati sono aumentati di un quarto in un anno). Tuttavia il raffronto con gli altri Paesi europei è umiliante per l’Italia. La connessione internet è ancora vissuta come un bene superfluo, un lusso tecnologico di cui non si comprende appieno l’utilità. Solo il 40% delle famiglie può navigare da casa, contro la media del 52% dell’Europa a 25. L’Italia è quindicesima tra i Paesi dell’Unione, e ai vertici della classifica ci sono nazioni come l’Olanda in cui l’80% delle famiglie, il doppio del Belpaese, è attrezzata per navigare senza muoversi da casa. Le connessioni veloci, quelle cosiddette a banda larga, si vanno progressivamente diffondendo e sono vicine a pareggiare quelle tradizionali, più lente. Ma anche qui i dati nascondono una realtà meno rosea di quanto sembra. Dati ufficiali non ce ne sono, ma le compagnie telefoniche ammettono che la maggior parte delle connessioni veloci, circa due terzi, non sono «flat», ma a tariffa oraria: tanto tempo resti collegato, tanto paghi. E la cosa rende troppo costoso usufruire di servizi avanzati come la visione di web tv o le telefonate via Internet, il cosiddetto Voip. «È un problema culturale - spiega Guido Tripaldi, esperto di internet e presidente di Voipex, un consorzio di aziende di telecomunicazioni che puntano sulla Rete - l’utilizzo di internet, a differenza della tv, richiede un approccio attivo, l’interesse a sostenere i costi della banda larga nasce solo in chi ha la consapevolezza di che cosa si può fare con la Rete. Una consapevolezza che da noi è poco diffusa. Per il telefonino il discorso è diverso.

È praticamente una protesi dell’individuo e non c’è il problema di capire a cosa può servire». I dati dell’Istat confermano quest’analisi. Tra le famiglie che non hanno una connessione a internet in casa, quattro su dieci lo considerano «inutile e non interessante» e altre tre non hanno la capacità di usarlo.

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