Il ritmo frenetico quotidiano, le corse tra un impegno e l'altro stressano i milanesi. Non gli resta che consolarsi con il fatto di essere meno depressi degli altri connazionali. Se di questi ultimi uno su quattro è a rischio depressione, a Milano il rapporto è di uno a cinque. Il guaio non è, contrariamente a quanto potrebbe sembrare di primo acchito, che siano tante le persone strangolate dal male di vivere, ma che buona parte non sappia di soffrirne. A rivelarlo è stata ieri la Società Italiana di Psichiatria che ha reso noto che l'inconsapevolezza riguarda il 15% della popolazione italiana. Anche a Milano è alto il numero di coloro che sono depressi e non lo sanno: 250mila persone che vanno ad aggiungersi alle 130mila cui è stata diagnosticata la malattia. Gli inconsapevoli soffrono in silenzio e non vogliono ammettere di essere caduti in depressione. Un quadro sconfortante destinato a peggiorare. Nel 2020 la depressione sarà la seconda malattia invalidante nel mondo e la prima per diffusione, potrebbe colpire il 20% della popolazione considerando esclusivamente i pazienti diagnosticati e in cura Tutto ciò anche a seguito dell'aumento della sensibilità al problema da parte dei cittadini e della classe medica , ma soprattutto del cambiamento degli stili di vita, con gli stress e le problematiche di una società frenetica.
E la conferma che i milanesi siano meno depressi degli altri connazionali arriva dal primo studio epidemiologico sulla prevalenza dei disturbi mentali comuni: a Milano e in Lombardia, come nel resto del Nord, è stata riscontrata una tendenza a una minore prevalenza di disturbi depressivi e d'ansia. Disturbi che spesso sono associati e che i milanesi tardano a farsi diagnosticare e a curare.Tanto stressati ma i milanesi non sono depressi
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