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Il tariffario della morte: 400 euro per un italiano

Quanto vale la paga di un coscritto talebano? Quanto incassa un kamikaze fondamentalista? A Herat, nelle quattro province dell'Afghanistan sotto comando italiano già lo sappiamo. Quei dati carpiti ai contabili della guerra santa, all'ufficio paghe dell'insurrezione, sono contenuti in un rapporto d'intelligence in possesso del comandante della Folgore generale Rosario Castellano. La paga dell'odio, i soldi promessi a chi giura fedeltà al mullah Omar vanno dai 300 ai 600 dollari al mese. Oltre alla paga del soldato il prontuario comprende gli onorari destinati ai kamikaze e i sussidi per i loro cari. S'incomincia con un anticipo da 1.500 dollari da spendere prima del fatidico incontro con le 70 vergini e si continua con i sussidi per sostenere la famiglia dell'attentatore suicida.
Quelle cifre fanno luce su una doppia verità. Da una parte svelano il volto di un'insurrezione alimentata non soltanto dalla fede, ma anche dal vil denaro. Dall'altra rivelano gli altissimi costi del conflitto. I 300 dollari del coscritto talebano, i 600 (poco più di 400 euro) elargiti al dinamitardo capace d'innescare una trappola esplosiva al passaggio dei nostri soldati non sono quattro soldi. Le paghe dei professionisti della guerra santa sono decisamente più attraenti di quelle offerte a un laureato afghano alla ricerca di un posto da insegnante o medico. Per capirlo basta confrontarle con i mensili da 65 dollari (45 euro) intascati da un professore o con i 160 dollari (110 euro) di un medico d'ospedale. Il confronto più drammatico resta quello con le paghe del nuovo esercito afghano. Un militare una volta terminato l'addestramento non porta a casa più di 70 dollari (48 euro) al mese, un alto ufficiale circa 780 dollari (circa 540 euro). E per i poliziotti arruolati su base locale e costretti a temere attacchi e minacce alla famiglia i parametri non cambiano, 80 dollari (55 euro) per un agente fresco di nomina, 850 dollari (600 euro) per un suo comandante. «Questo significa - spiegava al Giornale Mohammed Daud, capo dell'intelligence afghana di Bala Baluk - che i talebani possono comprarsi i nostri soldati o poliziotti».
In questa prospettiva il fantasma più sinistro per i governi della Nato è il costo di un esercito nazionale capace di contrapporsi con efficacia ai talebani e permettere il progressivo ritiro dei contingenti internazionali. Secondo la nuova strategia, messa a punto in questi giorni dal generale Stanley McChrystal, comandante delle forze Usa in Afghanistan, il nuovo esercito non potrà contare su meno di 200mila soldati. Su questa base competere con un’insurrezione finanziata dai traffici di droga e dalle donazioni dell'internazionale integralista costerà 60 milioni di dollari al mese. Chi li pagherà? Non certo il governo di Kabul privo di entrate al di fuori degli aiuti internazionali, ma l'America e gli altri paesi Nato. Washington ancor prima di guardare a questo costoso futuro guarda però al difficile presente. Stando sempre ai calcoli del generale McChrystal neppure il raddoppio di Barack Obama che dalla sua elezione a oggi ha portato le truppe americane da 30mila a 58mila basta a far fronte alla minaccia talebana. Secondo il generale che proprio ieri ha incontrato l'inviato presidenziale Richard Holbrooke, per vincere la sfida afghana il presidente dovrà rassegnarsi a inviare altre truppe entro dicembre.
Intanto continua il balletto sui risultati elettorali. Ieri il ministro delle Finanze Hazrat Omar Zakhilwal ha annunciato la vittoria di Karzai con il 68% dei voti. Dati analoghi erano stati resi noti due giorni fa dall’agenzia di stampa afghana Pajhwok.

Gli annunci appaiono frutto di schermaglie propagandistiche più che di conteggi reali, visto anche che oggi la Commissione elettorale dovrebbere diffondere dati parziali che però non riguarderanno più del 10-15% dei voti espressi.

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