(...) dal momento che intanto le strutture alberghiere riescono con la loro presenza almeno a pareggiare le spese di apertura invernale. Nellattesa, ovviamente, di rifarsi destate. Un esempio? Le prenotazioni per limminente inverno sono state già fatte, gli accordi conclusi. LUnione Regionale Ligure Alberghi e Turismo rivela i contratti, facendo lesempio del ponente ligure: pensione completa, iva, acqua e vino compresi per un giorno in un albergo a quattro stelle, non in una pensioncina, costa 35 euro. Scendendo di categoria si arriva a un servizio per 27 euro. Facile immaginare i margini di guadagno per lalbergatore.
Se dovesse passare la «tassa di scopo», la gabella sulle presenze turistiche, gli albergatori andrebbero a versare ai Comuni 5 euro a cliente. Ecco che i contratti già stipulati farebbero lavorare in perdita gli esercizi. «Ammesso che già certe cifre, con riscaldamento, spese di personale e altre uscite, garantissero un lavoro in parità - osserva Americo Pilati, presidente Urlat Federalberghi - con la tassa di scopo si andrebbe ad accumulare per tutto linverno una grave rimessa. Soldi che poi, inevitabilmente, un imprenditore dovrebbe recuperare destate. Cioè alzando i prezzi fuori misura e rendendo meno competitiva la nostra offerta». Ecco quindi che sarebbe meglio disdire i contratti con le agenzie. Sarebbe meglio cancellare le ferie invernali degli anziani.
A dirla proprio tutta, la tassa di scopo verrebbe «autorizzata» a livello nazionale, ma poi sarebbero i singoli Comuni a decidere se applicarla o meno. «Sì, perché qualcuno ha mai visto un Comune rinunciare a un introito? - chiede ironicamente Pilati -. È come la storia della legge Galli, laddizionale sul costo dellacqua, che i Comuni avrebbero dovuto impiegare per la depurazione delle acque... I soldi li prendono, poi finiscono tutti nel calderone». Per gli alberghi liguri, tra laltro, sembra essere un periodaccio, con la Regione che vuole procedere con lapprovazione della legge sui vincoli. Una legge che partirebbe anche da principi condivisibili, ma che andrebbe rivista nei contenuti, nel tipo di norme restrittive che impone. «Il problema è che intanto si va sempre a colpire gli alberghi - insiste Americo Pilati -. Si parte da noi quando cè da chiedere. Tornando alla tassa di scopo, non si capisce perché la si applichi solo alle strutture ricettive. Estendendo la gabella a tutti quanti vivono e producono grazie al turismo si pagherebbe meno tutti.
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