Roma La lotta all’evasione resta, ma traballano alcune norme della stretta sui contribuenti. La manovra è in commissione Bilancio del Senato dove il relatore e i capigruppo della maggioranza stanno facendo di tutto per licenziare il testo entro oggi. Si cerca persino di evitare il ricorso alla fiducia, ma il cantiere è ancora aperto e non sono nemmeno esclusi cambiamenti al capitolo appena entrato, quello che riguarda la lotta al sommerso. Sono arrivate critiche da Confindustria e lo stesso premier Silvio Berlusconi considera illiberali alcune misure della stretta. Venerdì i primi dubbi della maggioranza e ieri un ministro, la responsabile dell’Istruzione Mariastella Gelmini, è uscito allo scoperto, sostenendo che bisogna «evitare uno stato di polizia tributaria».
È vero che ieri da Castel Gandolfo, Giulio Tremonti ha difeso proprio la stretta sull’economia in nero, che al ministero dell’Economia escludono ritocchi, ma è sempre più probabile che spuntino emendamenti last minute. A rischio le dichiarazioni dei redditi online, misura che ha sollevato anche i dubbi del garante della privacy. Ma anche l’inasprimento del carcere per gli evasori e la norma che presume come «di comodo», cioè strumenti di elusione, le società in perdita per tre anni di seguito.
Tra le novità emerse ieri, un altro emendamento delle opposizioni che è passato, con il sì del governo, questa volta sul recupero coattivo delle penali del condono tombale del 2002 ancora non riscosse. Potranno essere incassate attraverso «ogni azione coattiva necessaria». Poi l’emendamento firmato da Massimo Garavaglia della Lega che istituisce un’imposta sui trasferimenti di denaro all’estero. Sarà il due per cento delle somme che transitano via banche, agenzie di money transfer e altri operatori finanziari. Sono escluse le persone fisiche munite di matricola Inps e codice fiscale. Quindi restano le società e i cittadini stranieri.
Secondo le intenzioni di Garavaglia le risorse liberate dovrebbero servire a escludere le banche di credito cooperativo dalla stretta fiscale sulle coop, altro tema che è a rischio modifiche, soprattutto dopo il richiamo della Chiesa. Ieri il presidente di Confcooperative Luigi Marino ha assicurato che Tremonti è disposto a ridurne l’impatto. Traballa anche l’emendamento sui debiti della pubblica amministrazione passato con il parere contrario del relatore. Secondo il governo rischia di pesare troppo sui conti.
Nessun accenno a modifiche da parte di Tremonti che ieri è stato prima all’assemblea delle Acli (l’associazione dei lavoratori cattolici) a Castel Gandolfo e poi a Cernobbio per il Workshop Ambrosetti (non ha nascosto di preferire il primo evento). Il ministro dell’Economia ha difeso la stretta sul sommerso. «Data l’enorme dimensione dell’evasione, questa mi sembra una riforma strutturale che va nel senso dell’equità. Non pensavo fosse possibile arrivare a questo tipo di riforma».
La copertura c’è: «Quei soldi arriveranno sicuramente, sono assolutamente coperti. Io penso che ne arriveranno molti di più». Nessun problema di privacy dalla pubblicazione dei redditi nei siti dei Comuni. Il «problema non è esporre i ricchi al rischio di rapimento, ma di far notare quanta gente è fintamente povera». Poi le banche. Il rapporto con i clienti «finora è stato ispirato a un criterio di oggettivo segreto», che è da «superare nella logica della trasparenza».
False le tesi di chi ha sostenuto un possibile buco per l’imprevedibilità della lotta all’evasione. Il contributo di solidarietà «avrebbe dato 700 milioni nel 2012 e 1,6 miliardi nel 2013.
Non stiamo parlando come si è detto e in modo non responsabile da troppi, di “una voragine nel bilancio, di 5 miliardi”». I 2,3 miliardi da coprire sono una cifra modesta. E forse è anche per questo che sulla misure che serviranno a trovarli, si è riaperta una partita politica.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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