Tata, dall’India nuove idee sull’auto

Le automobili Tata sono presenti in Europa da più di un decennio, ma mai prima d’ora avevano destato tanto interesse, grazie a una piccola ambasciatrice, la Nano, che ha debuttato al Salone di Ginevra.
Si tratta, per ora, di una passerella, perché la vettura da 2.500 dollari (1.700 euro), che non fa più riposare tranquilli i costruttori che hanno in cantiere una city-car low cost, non si sa quando sarà pronta (comunque, non prima di un paio d’anni) per varcare i confini del Paese per il quale è stata pensata e dove viene costruita. La promessa fatta da Ratan Tata, presidente del gruppo che prende il nome dalla sua famiglia, a oltre un miliardo di suoi concittadini di trasformare il loro modo di muoversi, è stata mantenuta. Una famiglia, con qualche centinaio di euro in più, può ora passare dalle due alle quattro ruote, viaggiando asciutta e più sicura, avvolta in una carrozzeria dal design molto curato che a Ginevra ha riscosso positivi commenti dall’esigente pubblico europeo.
Promette una guida briosa il motore due cilindri, 624 cc, 24 kW (circa 44 cv) di potenza massima, accreditato di consumi molto ridotti (grazie alla costruzione leggera) e di emissioni sicuramente inferiori alla media di ciò che circola attualmente in India. Il lancio di Nano è anche la conferma che lo scenario mondiale dell’automobile può ora contare su un nuovo dinamico protagonista, Tata Motors, fino a pochi mesi fa considerato un costruttore locale e ora vicinissimo all’acquisto delle inglesi Jaguar e Land Rover dal gruppo Ford, una nemesi su cui nessuno avrebbe mai scommesso, ma anche una coraggiosa sfida del ramo automobilistico di un gruppo che ha fatturato nel 2007 oltre 28,8 miliardi di dollari.


Orientata prevalentemente alle acquisizioni, nel solco della tradizione familiare, Tata Motors è invece partner in una complessa joint venture con Fiat Group, un accordo che ha dato vita a uno stabilimento in India dove si producono autovetture, motori e trasmissioni per il momento destinati all’area del subcontinente indiano, ma che prevede anche altre collaborazioni in itinere.

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