Taxi, è bufera su accordi e nuove licenze

Simone Turchetti

Forse fra tassisti e comune finirà a sportellate. Ieri infatti la Confartigianato di Roma, Settore Taxi, ha indetto lo stato di agitazione per la categoria. Alla base della protesta c’è l’accusa, rivolta al comune, di non aver rispettato il protocollo d’intesa siglato con i tassisti nel luglio dell’anno scorso. L’accordo prevedeva la sistemazione, ad opera del Campidoglio, delle corsie preferenziali e delle piazzole di sosta equipaggiate di telefoni diretti. «Quest’ultimo punto è stato praticamente ignorato» sostiene Roberto Pierpaoli, responsabile del Settore Taxi. «Chi si fa un giro per le piazzole può vedere come stanno le cose». Secondo Andrea Burli, dell’ufficio stampa del comune, qualcosa si sta invece muovendo: «Entro fine anno si procederà all’istallazione di 69 colonnine telefoniche nei punti di sosta. E riguardo alle corsie preferenziali, ci si sono svolti degli incontri con i municipi per realizzare in ciascuno di essi 500 metri di percorsi».
Ma il mancato rispetto dei patti non è il solo punto d’attrito. Secondo la Confartigianato di Roma (che raccoglie nella capitale circa 300 licenze di tassista sulle quasi seimila totali), l’Assessore Calamante ha proposto un’integrazione al protocollo in cambio di 150 nuove licenze. La proposta riguarderebbe un ampliamento degli interventi promessi l’anno scorso e non ancora realizzati. Inoltre, il progetto includerebbe l’istituzione di una commissione per le tariffe, in realtà già prevista dalla legge regionale numero 7 del 2005 e alla quale in comune deve comunque uniformarsi. «L’integrazione e le nuove licenze sono solo dei progetti, però» afferma Burli. Ciononostante, in un comunicato stampa la Confartigianato «Respinge l’idea di legare le legittime richieste della categoria al rilascio delle licenze». Già nel 2004 come contropartita al protocollo furono concordate, tra autisti di tassì e comune, 300 nuove licenze. Fra l’altro nessuna di queste è stata ancora assegnata a causa, dicono in comune, del cambio di assessore.
L’opposizione intanto si schiera accanto ai tassisti. «Il bluff di Veltroni è venuto dunque allo scoperto» è il commento sulla vicenda di Sergio Marchi, capogruppo di An in Campidoglio. «Non possono rimanere ulteriormente inascoltate le legittime richieste di chi aveva fatto affidamento sulla parola data, appena un anno fa, dall’amministrazione comunale».
Sull’intera vicenda grava infine un’accusa ancora più pesante. Secondo il comunicato stampa diffuso ieri dal Settore Taxi della Confartigianato, in Commissione Consultiva siedono tre società di capitali che svolgono il servizio radiotaxi. Queste sarebbero quindi chiamate a decidere sul rilascio di nuove licenze, ciascuna della quale, stima la Confartigianato, frutterebbe loro in media 120 euro al mese di canone. Si tratterebbe di un caso evidente di conflitto d’interessi.
Mentre la Confartigianato minaccia di ricorrere alle vie legali, oggi si tiene il primo incontro tra le parti per arrivare ad un compromesso. Al momento però le posizioni paiono abbastanza lontane.

E’ probabile che, come primo passo, l’associazione di categoria indirà un referendum al suo interno per valutare se accettare o meno l’integrazione; solo dopo si decideranno le modalità dell’agitazione.
Nel frattempo, a Roma la situazione dei taxi continua ad essere pesante, tra abusivismo dilagante e cronica carenza di licenze.

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