Taxi, l’unica certezza è lo sciopero

Michela Giachetta

I tassisti ribadiscono il loro «no» alle mille licenze che il Comune ha annunciato di introdurre a partire presumibilmente da febbraio, anche se con motivazioni diverse. Questo il risultato, messo nero su bianco in un parere non vincolante, prodotto dalla riunione della commissione consultiva che si è riunita ieri nella sede dell’assessorato alla Mobilità, in via Capitan Bavastro. Un vertice durato oltre sette ore e atteso da tutta la categoria. Alcuni momenti di tensione ci sono stati in mattinata, quando la polizia è stata costretta a chiudere la via in cui si svolgeva l’incontro, anche a causa delle molte auto bianche parcheggiate lì, riunitesi per sapere come sarebbe andata a finire.
Il documento che esce da quella riunione ribadisce il «no» alle mille licenze da parte dei tassisti, ma raccoglie anche due opinioni favorevoli. Quelli delle associazioni di consumatori, che fanno parte della commissione. Nel parere, di cui l’assessore alla Mobilità Mauro Calamante «prende atto» (lo porterò in giunta»), pur confermando che «sulle mille licenze non si discute», ognuno spiega perché ha detto no. Loreno Bittarelli, presidente del 3570, dichiara che è contrario, «perché non c'è stata la necessaria programmazione numerica, che desse certezza alla sopravvivenza della categoria». Maura Tirillò, presidente della Cna, invece, parla di «carenza di metodo e mancanza di dialogo» e Carlo Bologna dell’Ait sottolinea la «non condivisione del metodo adottato dall’amministrazione capitolina». Prima dell’apposizione di tutte firme sul documento, Calamante si impegna a continuare comunque la discussione coi tassisti sulla memoria di giunta che prevede l’introduzione di altre 1300 licenze entro il 2009. E annuncia che presumibilmente entro dicembre presenterà in commissione le bozze del nuovo codice di comportamento e del nuovo regolamento comunale. «In quello vecchio - dichiara l’assessore - non è nemmeno previsto il radiotaxi, dal quale passa oggi l’80 per cento del servizio delle auto bianche». Ma i problemi dei tassisti al momento sono altri. Quelle mille licenze non le vogliono. Ma se proprio ci devono essere, chiedono all’assessore che almeno siano spalmate nei prossimi tre anni. Intanto, però, intendono comunque avvalersi di ogni strumento a loro disposizione per far capire all’amministrazione il loro punto di vista. Ecco, quindi, confermato lo sciopero del 28 novembre. «È legale, l’abbiamo chiesto nei tempi e nei modi previsti dalla legge», puntualizza la Tirillò, ai circa 60 tassisti presenti fuori dall’assessorato, una volta conclusasi la riunione, verso le 18. Ma molti di loro non ci stanno. Partono urla e insulti. I conducenti delle auto vogliono capire come si è arrivati a quel punto. E che cosa si può fare, sciopero a parte. Alcuni propongono lo scioglimento dei turni («siamo in 6mila, se ci mettiamo tutti per strada blocchiamo la città e gliela facciamo vedere»). Altri si chiedono perché non si è pensato di farlo prima.

Ognuno dei presenti, dalla Tirillò a Pietro Marinelli, dell’Ugl, dà spiegazioni diverse. È ormai buio, quando la maggior parte dei tassisti decide di andarsene. «Di certo per ora c’è solo lo sciopero, ma non si escludono altre forme di protesta», annuncia Bologna.

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