(...) gli insegnanti sia alcuni ragazzi della classe testata nei giorni scorsi e ha comunicato che erano risultati positivi quattro test. È stata poi la Asl a invitarli a fare ulteriori accertamenti». Tra oggi e lunedì prossimo, quindi, due ragazzi e due ragazze, che frequentano la stessa classe del giovane brasiliano ricoverato dal 18 gennaio al San Martino per tubercolosi polmonare, verranno sottoposti dai sanitari ad analisi più approfondite. Secondo il protocollo, infatti, è questa la procedura da seguire in caso di sospetto contagio. «La positività al test - spiega, però, il dottor Valter Torello, responsabile del Nucleo operativo delle malattie infettive della Asl 3 - non significa malattia. Tutti noi nel corso della vita veniamo a contatto almeno una volta con bacilli di questo tipo e ne rimane traccia nel nostro corpo. Pertanto non c'è da allarmarsi in quanto i giovani dell'Alberghiero risultati positivi potrebbero aver avuto un contatto con la Tbc in tutt'altro momento e potrebbero non sviluppare mai la malattia». «Inoltre - continua Torello - in questo caso specifico non siamo particolarmente preoccupati perché, essendo la tubercolosi una malattia a bassa contagiosità che quindi si trasmette solo a seguito di contatti prolungati e ravvicinati con la persona infetta, è molto difficile che ci siano stati effettivi contagi nella scuola».
Al Marco Polo, tuttavia, è già scoppiato il panico: all'apprensione dei genitori che erano a conoscenza del problema da almeno ventiquattrore, infatti, si è sommata l'ansia di chi l'ha scoperto leggendo il Giornale (che ieri ha pubblicato la notizia) e ha bombardato il centralino dell'Istituto. «Volevamo avere delucidazioni - spiega una mamma - questa della Tbc è stata una vera doccia fredda». Anche i ragazzi non l'hanno presa bene e, riuniti in assemblea nel primo pomeriggio di ieri, hanno paventato al preside la possibilità di uno sciopero. «Non trattandosi propriamente di varicella ed essendo questo un istituto tecnico dove i contatti sono frequenti a causa dei numerosi laboratori - dice una delle studentesse più attive - avrebbero dovuto avvisarci in modo che ognuno, a discrezione, potesse cautelarsi. E invece non l'hanno fatto rompendo il rapporto fiduciario con noi allievi. Per questo abbiamo pensato a uno sciopero che scatterà se, nella gestione della faccenda, ci fossero altri episodi di scarsa trasparenza».
Di tutt'altro tenore le dichiarazioni della scuola: «Non c'è motivo di creare inutili allarmismi - sostiene il preside Enrico Alloero - noi e la Asl abbiamo preso tutte le misure necessarie da garantire in questi casi. Per un episodio, che magari a noi pare grave ma che è considerato dai sanitari quasi normale amministrazione, non valeva certo la pena scrivere circolari o avvisi a tutte le famiglie, creando magari il panico. Per chi avesse dubbi comunque la Asl di via Archimede è disponibile a sottoporre chiunque abbia frequentato la scuola a esami più approfonditi. Questo testimonia che non stiamo sottovalutando il problema ma solo che bisogna rimanere tranquilli».
«D'altronde - prosegue Alloero - stiamo lavorando fianco a fianco con la Asl i cui esperti torneranno a farci visita prossimamente». «Sì, prossimamente - gli fa eco sarcastica una mamma - ci hanno detto che torneranno in primavera. E nel frattempo?».
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