Cronache

Teatro di marionette in piazza San Matteo

Teatro di marionette in piazza San Matteo

La notte bianca di Genova offrirà stasera a grandi e piccini, in piazza S. Matteo alle 21.15, le Fantasie folkloristiche del Teatro delle Marionette di Varna, città bulgara sul Mar Nero. Lo spettacolo, a ingresso libero, è presentato nell'ambito del festival di Lunaria e di un'iniziativa di scambio culturale e ludico tra il Comune di Genova e la città bulgara, che comprende anche la partecipazione della barca a vela Kaliakra alla regata delle Tall ship e la partita tra il Cherno More e la Sampdoria a Marassi. L'esibizione di marionette, nata dall'immaginazione di quattro attori bulgari, condurrà gli spettatori in un mondo fiabesco e colorato in cui gli oggetti quotidiani assumono le sembianze di persone ed animali, in un rapido avvicendarsi di personaggi. Il tutto sul ritmo di musiche tradizionali del folklore bulgaro, ma senza recitazione vocale: lo spettacolo sarà quindi fruibile da spettatori di ogni nazionalità, come è già avvenuto nelle oltre 100 rappresentazioni allestite all'estero, dal Portogallo a Taiwan. Replica domani alle ore 18 a Palazzo Ducale.
A seguire, sarà replicata nel chiostro, dopo il successo dell'anno scorso e sempre a ingresso libero, «Aulularia», cioè «La pentola», di Plauto. L'avaro Euclione è ossessionato dal terrore di essere derubato della sua pentola piena d'oro e la sotterra e dissotterra continuamente. Il precursore dei grandi avari del teatro, da Arpagone di Molière a Shylock dello shakepeariano «Mercante di Venezia», pur non conoscendo le sfumature psicologiche dei suoi successori, è un personaggio a tutto tondo, in cui l'avarizia è già patologia incurabile che offre momenti di gustosa comicità: nel dialogo in cui il giovane Liconide gli chiede la mano della figlia, Euclione intende e risponde pensando alla sua pentola, in un duetto comico che sarà ripreso alla lettera da Molière; e il vecchio immagina insidie per il suo oro ovunque, perfino nel raspare del gallo vicino al focolare sotto cui è sepolto l'oro.

Non mancano chicche registiche come la cadenza francese del cuoco Congrio e l'eco del lamento del derubato Euclione nella grida della figlia in preda alle doglie. Mario Marchi, brioso protagonista, è anche autore dell'adattamento del testo, a cui regala un finale per colmare la lacuna del quinto atto: riuscirà Euclione a riabbracciare la sua pentola e a vivere con lei felice e contento?

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