Milano - Si era
presentato alle elezioni per diventare delegato sindacale Fiom nell'ottobre scorso, ma solo a
gennaio lo è diventato veramente grazie a una circostanza casuale: subentrando a un
dimissionario, come primo dei non eletti.
Nato a Foggia 32 anni fa, Massimiliano Gaeta, che gli investigatori considerano come un
personaggio importante del gruppo di brigatisti della nuova generazione arrestati con
l'operazione antiterrorismo di ieri, era stato assunto nel giugno 2005 come operaio dalla
Alstom Power, azienda metalmeccanica di Sesto San Giovanni (Milano).
Gaeta (nome di battaglia "Marco") aveva abitato nello stabile di via Pepe n. 38, al qurtiere
Isola, in quello stabile dove c'è la cantina in cui la polizia rinvenne il 4 agosto del 2004 la
bicicletta con telecamera e il materiale che dette il via all'inchiesta. Dall'inizio dell'anno
successivo si era trasferito a Sesto San Giovanni dove era andato a convivere in casa della
fidanzata, una impiegata di 33 anni, romana, attivista sindacale nonchè componente del
direttivo Fiom e della Rsu di una grande azienda del settore della telefonia.
Della donna comunque nell'inchiesta si fa cenno solo marginalmente, e non risulta
indagata.
Alla Alstom Power Massimiliano Gaeta chiede la tessera della Fiom Cgil nel febbraio del
2006, e nell'ottobre dello stesso anno si candida alle elezioni per il rinnovo della Rsu. Non
viene eletto in quell'occasione, ma la nomina a delegato arriva comunque l'8 gennaio 2007
quando viene ripescato come primo dei non eletti in seguito alle dimissioni di un delegato.
«Ho firmato io personalmente la sua nomina, ma non lo conosco. So che aveva poca
esperienza in azienda e non ha partecipato mai all'attività diretta dell'organizzazione», ha
detto di lui Maria Sciancati, segretario generale della Fiom della Lombardia.
Anche il funzionario territoriale della Fiom che segue l'azienda nella quale Massimiliano
Gaeta ha lavorato fino a ieri non può dire molto dell'attività sindacale del delegato ultimo
arrivato.
«Era uno che non si metteva in mostra - sostiene il sindacalista - e alle poche
assemblee alle quali ha preso la parola ha sempre fatto interventi pacati, a sostegno delle
posizioni sindacali».
Attraverso il lavoro di intercettazione la polizia ha accertato che Gaeta faceva ricerche via
internet su tutto ciò che riguardava tecnologia di comunicazione e spionaggio professionale.
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