Scienze e Tecnologia

Smartphone e smartwatch "Made by Google": ecco i nuovi Pixel

Durante l’evento Made By Google sono stati presentati i nuovi prodotti di Mountain Views, tra i quali spiccano gli smartphone Pixel 7 e 7 Pro, oltre al Pixel Watch e al Pixel Tablet

Smartphone e smartwatch "Made by Google": ecco i nuovi Pixel

Quelle comunicate il 6 ottobre durante l’evento Made By Google sono per lo più conferme, perché durante gli scorsi mesi sono trapelate – una dopo l’altra – molte delle novità che sono state presentate dallo store Williamsburg di New York City.

Tutti i prodotti sono stati creati con materiali riciclati e, benché

Pixel 7 e Pixel 7 Pro

Google li ha già annunciati nel corso dell’evento Google I/O 2022 lo scorso 11 maggio e, pure mantenendo il velo sulle specifiche tecniche, alcune di queste sono trapelate nel corso dei mesi.

Traduzioni in tempo reale e un sistema di dettatura di testo che permette di inviare emoji. Una novità interessante è quella di potere registrare messaggi.

Il cuore dei Pixel 7 è il nuovo chip Tensor G2 che permette di ridurre i consumi e aumentare l’efficienza del 20%, oltre a rendere più veloci le funzioni di Machine learning di cui i Pixel 7 e 7 Pro sono impregnati. A corredo un chip di sicurezza Titan M2, usato anche da enti governativi per garantire la riservatezza dei dati.

I Pixel 7 hanno un display da 6,3 pollici in Full HD+ che garantisce, tra le altre cose, una luminosità superiore rispetto alla famiglia Pixel 6, con un refresh rate tra i 10 e i 120 Hz.

Google Pixel 7 colori family

Caratteristiche simili anche per i Pixel 7 Pro che, però, ha un display QHD+ da 6,7 pollici. La durata della batteria, usando la modalità Extreme battery saver mode è di 72 ore. Informazione da relativizzare perché, inserendo questa modalità, vengono meno gran parte delle funzioni offerte dagli smartphone. Il comparto fotografico prevede un sistema di tripla fotocamera posteriori con un obiettivo ultrawide da 12 megapixel, un obiettivo grandangolare da 50 megapixel e teleobiettivo da 48 megapixel.

Come sempre più spesso accade, l’innovazione passa soprattutto attraverso il comparto fotografico: Google promette zoom e video migliori e, grazie al supporto di tecniche di editing delle immagini, è possibile togliere oggetti dalle foto (come, per esempio, un pedone che si staglia sullo sfondo).

Da relativizzare anche la questione dei messaggi Rcs (Rich communication services) che Google vanta di avere implementato per prima (facendo quindi un riferimento ad Apple pur senza nominarla). Sono Sms di nuova generazione che possono includere foto, video, Gif e audio e sono usati soprattutto con finalità di marketing. Comodi e belli, ma non sono il corredo che può indurre un utente a scegliere uno smartphone o un altro.

Un aspetto interessante che, finalmente peraltro, riguarda la telefonia è la funzione Clear calling che permette di attenuare il rumore di sottofondo (per esempio quello del traffico) e rendere l’audio più nitido. Altrettanto interessante la possibilità di leggere i messaggi vocali. Con un tap su un messaggio audio si può leggerne il contenuto senza dovere ascoltare la voce di chi lo ha mandato. Una funzione che può risultare molto comoda ma che, per ora, è disponibile soltanto in lingua inglese.

Il prezzo del Pixel 7 parte da 649 euro, quello del Pixel 7 Pro parte da 899 euro a seconda dalla dotazione di Ram e di spazio di archiviazione scelte. Disponibili in tre colori, possono essere ordinati da oggi.

Pixel Tablet e Pixel Watch

Poca innovazione e molta delusione. Sia il tablet sia lo smartwatch non hanno nulla di sensazionale rispetto a quelli attualmente in commercio. Il Pixel Watch, per il momento almeno, non sarà venduto in Italia e sul mercato Usa ha un prezzo che parte dai 349 dollari. Il Pixel tablet che, se accompagnato da una base magnetica (acquistabile a parte) può diventare uno smart speaker sarà in vendita soltanto nel 2023. A questi dispositivi si aggiungono gli auricolari Pixel Buds, pensati per l’attenuazione del rumore e per l’interazione con l’assistente vocale di Google. Tutto ciò al prezzo di 219 euro.

pixel watch google presentazione

E i Pixelbook?

Gli utenti più affezionati ai prodotti Google hanno certamente notato quello che è mancato durante l’evento Made By Google, ovvero i Pixelbook, i laptop usciti da Mountain View nel 2017 con lo scopo di osteggiare l’ascesa dei Macbook e degli iPad di Apple. I Pixelbook, di fatto utilizzabili anche come tablet, sono usciti dalle mire di Google già a settembre, con la dissoluzione del team preposto al loro sviluppo.

I Chormebook, i computer con a bordo ChromeOS e prodotti da diversi marchi tra i quali Acer, Asus e Hp continueranno a contendersi fette di mercato.

Google Pixel data private

Privacy e sicurezza

Google ha messo l’accento sia sulla privacy sia sulla sicurezza dei dati. Oltre al chip Titan M2 che protegge da intrusioni, i dati degli utenti sono de-identificati e non lasciano i dispositivi. Ciò significa, per esempio, che tutte le attività monitorate da Pixel Watch non sono trasmesse né a Google né ad altri terzi. Per ciò che non può rimanere nei dispositivi, come per esempio la navigazione online, gli smartphone Pixel 7 e 7 Pro sono dotati di una Vpn che permette di navigare in modo anonimo e più sicuro. Si tratta di un’opzione futura che, però, non sarà disponibile in tutti i Paesi e che dovrebbe sottostare alle politiche di prezzo dei piani Google One Premium (quindi non gratuita). Alla luce di ciò, Google non sta offrendo nulla che il mercato delle app non metta già a disposizione.

sicurezza e privacy Google Pixel

In conclusione

L’ecosistema premia Google. Il fatto di potere avere un tablet, uno smartphone e uno smartwatch integrabili tra loro con, a corredo, degli auricolari da utilizzare con tutti i dispositivi Pixel è certamente un vantaggio ma, da solo, non fa innovazione.

Per par condicio va detto che questo è un male che attanaglia anche le aziende concorrenti.

La battaglia per smarcarsi dai rivali, negli ultimi mesi almeno, sembra che si consumi sul campo della qualità dei video e delle immagini, le quali possono essere argomento gradito agli utenti ma che, da sole, non dovrebbero essere sufficienti a condizionare le scelte del pubblico, non più delle prestazioni dei dispositivi e della loro semplicità d’uso.

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