"Foto e video porno con bambini". Bufera sul motore di ricerca

Il motore di ricerca di proprietà della Microsoft suggerisce immagini e filmati pedopornografici a chi digita determinate parole. L'azienda di Bill Gates: "Abbiamo preso in carica il problema e cercheremo di risolverlo al più presto"

"Foto e video porno con bambini". Bufera sul motore di ricerca

Bing, il motore di ricerca della Microsoft, ha un grosso problema. Su segnalazione di un lettore rimasto anonimo, il team AntiToxin su richiesta del sito TechCrunch ha condotto uno studio in base al quale Bing mostra tra i suoi risultati immagini e video pedopornografici, suggerendo anche termini alla parola digitata per trovarne altri. Come riporta puntoinformatico.it, i test condotto tra il 30 dicembre e il 7 gennaio hanno confermato l'esistenza della "falla" nel motore di ricerca di proprietà di Bill Gates.

L'azienda statunitense ha dichiarato che il problema è stato in carico e la squadra di Bing sta lavorando per impedire che il motore di ricerca possa contribuire al reperimento e alla diffusione di materiale pedopornografico. "Abbiamo agito immediatamente per rimuoverli, ma vogliamo anche prevenire che altre violazioni simili possano avvenire in futuro. Impareremo da questa lezione così da poter apportare qualsiasi altro miglioramento necessario". Queste le parole di Jordi Ribas, Corporate Vice President di Bing.

AntiToxin, la società che ha condotto lo studio, è da tempo impegnata nella lotta contro la presenza e la diffusione online di contenuti di violenza - non necessariamente sessuale - e bullismo nei confronti dei minori. Per una settimana, a cavallo del nuovo anno, l'azienda ha utilizzato Bing per verificare che la segnalazione di un utente anonimo fosse veritiera. Il report di AntiToxin, consultabile a questo indirizzo, spiega che il motore di Microsoft è tarato per non fornire risultati di alcun tipo alla query - cioè alla ricerca - "child pornography". Ma basta digitare le iniziali C e P perché compaiano all'utente contenuti pedopornografici. Ovviamente, i test sono stati condotti disattivando i filtri legati alla ricerca sicura, che consentono di evitare contenuti per adulti.

Come spiega puntoinformatico.it, purtroppo il problema della pedopornografia online non riguarda solo Bing ma anche le applicazioni di messaggistica istantanea per il cellulare.

Basti pensare che il team della più utilizzata, Whatsapp, ha disattivato in una decina di giorni qualcosa come 130 mila account accusati di scambiare materiale pedopornografico mediante i gruppi di chat.

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