da Milano
È previsto per domani il primo cda del rinnovato consiglio di
amministrazione di Yahoo che vede tra i suoi membri anche il finanziere
azionista Carl Icahn che tanto aveva spinto per la fusione tra il
gigante delle ricerche in rete e Microsoft. L’incontro, a cui
parteciperanno anche Frank Bondi e John Chapple, la cui candidatura era
stata presentata da Icahn, sarà seguito da una riunione nel giorno
successivo. Verranno ovviamente discusse le future strategie di Yahoo.
In particolare, secondo alcune fonti vicine alla società, l’accordo di
partnership per la pubblicità online con l’altro colosso internet
Google, che ha incontrato l’opposizione dei maggiori inserzionisti
d’America, preoccupati che la manovra possa dare alle due società una
posizione di monopolio nel settore. Le autorità hanno avviato
un’indagine per verificare se l’intesa non violi le regole antitrust
degli Stati Uniti. Una conclusione positiva dell’accordo è fondamentale
per Yahoo: permetterebbe, infatti, di evitare ulteriori critiche dei
suoi azionisti, alcuni dei quali non hanno nascosto il disappunto per
la decisione di rifiutare la proposta di acquisizione lanciata da
Microsoft per 47,5 miliardi di dollari, o 33 dollari per azione. In
realtà è proprio su questo punto che si basa la questione. Il titolo
Yahoo, infatti, è ora ben al di sotto di quella quotazione dato che ora
viaggia intorno ai 20 dollari per azione. E venerdì, nonostante
l’euforia del mercato statunitense, ha fatto segnare una contrazione
del 4,7 per cento. Le azioni hanno infatti reagito negativamente alla
notizia del consolidamento della quota di mercato di Google nell’ambito
dei motori di ricerca. La società di Mountain View, infatti, ha
raggiunto il 63% del mercato negli Usa in agosto, il suo mese migliore
da marzo. Lo rivela il rapporto mensile della società di ricerche
comScore. Yahoo è al secondo posto, ma con una quota di mercato
ridimensionata dello 0,9%, al 19,6 per cento. In discesa anche Msn di
Microsoft, terza, che ha perso lo 0,6% e si trova adesso all’8,3 per
cento. In quarta e quinta posizione ci sono rispettivamente Ask.com e
Aol con una quota intorno al 5 per cento. ComScore stima che il numero
di ricerche effettuate dagli internauti Usa sia rimasto invariato da
luglio, e ammonti, per agosto, a 11,75 miliardi.
La cattiva performance impatta, dunque, sul titolo che non è comunque
certo favorito dalla congiuntura Usa negativa. Molti osservatori si
attendono un mercato pubblicitario in netta contrazione. Un disastro
per Yahoo dato che il suo fatturato dipende al 90% dalla raccolta
commerciale.
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