Teheran accusa l’Argentina: «Manovrata da sionisti e Usa»

«Siamo estranei alla strage di Buenos Aires. Questi magistrati sono corrotti»

da Iran

«Un complotto dei sionisti e degli Usa» a cui si è prestato il «corrotto» sistema giudiziario argentino. Così il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Mohammad Ali Hosseini, ha giudicato ieri i mandati di arresto internazionale spiccati dal giudice argentino Rodolfo Canicoba Corral contro l'ex presidente iraniano Akbar Hashemi Rafsanjani e altri otto ex dirigenti di Teheran per un attentato contro la sede dell'organizzazione ebraica Amia a Buenos Aires. L'esplosione di una bomba, avvenuta il 18 luglio del 1994, provocò 86 morti e 116 feriti.
«Queste accuse - ha detto Hosseini - non hanno alcun fondamento dal punto di vista legale. Il sistema giudiziario argentino è corrotto, e la corruzione di un altro magistrato è stata a suo tempo rivelata». Il riferimento è al giudice Juan José Galeano, già titolare dell'inchiesta ma estromesso dal processo lo scorso anno per una serie di irregolarità nel corso delle indagini.
«Questo - ha aggiunto il portavoce iraniano - è un complotto dei sionisti e degli Stati Uniti per indebolire la posizione dell'Iran sul caso nucleare e coprire il fallimento dei sionisti nella recente guerra in Libano».


Secondo la magistratura di Buenos Aires, l'attentato sarebbe stato deciso da Teheran per rappresaglia contro l'allora presidente argentino Carlos Menem che, sotto le pressioni degli Usa, «aveva rescisso un contratto per forniture di materiale nucleare all'Iran».

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