Politica

Le telefonate col capo della cosca: tangenti e regali in cambio di appalti

Le telefonate col capo della cosca: tangenti e regali in cambio di appalti

nostro inviato a Lecce
Pagina 6 del documento d’arresto. La premessa del gip è d’obbligo: «Il presente procedimento trae origine da indagini avviate a seguito dell’omicidio di Padovano Salvatore (...) su persone che avevano contatti coi familiari della vittima, fra i quali il fratello Padovano. Emerse dunque che quest’ultimo poteva contare su un risalente rapporto personale con l’avvocato Flavio Fasano (conversazione n° 1681) cui si rivolgeva abitualmente per chiedere consigli di ogni tipo, come il comportamento da tenere in relazione a notizie apparse sulla stampa, eccetera, al di fuori di un mandato difensivo, dunque sulla scorta di un rapporto di pregressa conoscenza personale».

AL TELEFONO COL BOSS: «LO SAI DA CHE PARTE STO...» Nelle carte dell’inchiesta bis, dunque, le intercettazioni cui si fa riferimento partono dal 9 settembre 2009. Fasano e il boss Padovano parlano di un incontro imminente con un investigatore. Fasano: «Senti, alle dodici e mezzo di questa mattina puoi andare là? (...)». Padovano: «Eh... vado a Sannicola (...). Mi presento normale...». F: «Tutto gli devi dire tranquillamente». P: «È logico». F: «Quelle cose in cui, che hai detto (...) cioè dirgli tutte le perplessità tue, mi piacerebbe che tu dicessi anche che hanno parlato male di me per le cose che ho detto». P: «Va bene, è la verità (...)». F: «Mi piacerebbe insomma che sanno da che parte il sottoscritto si pone e perché io sto nei tuoi confronti in modo... in modo diretto ad aiutarti».

Telefonata successiva. Fasano consiglia al boss di mettersi a disposizione degli investigatori, suggerendo di fare riferimento ad un suo eventuale ruolo di confidente occulto. Fasano: «Diglielo e se vuole che eh, tu sei anche disponibile (a parlare, ndr)... purché (...) se si deve fare, diciamo da intermediario (...) questa cosa si può fare, ti abbraccio». Il discorso scivola poi sulla visita all’obitorio dal fratello ucciso. Fasano: «Senti, è inutile dirti io oggi non vengo a dare le...». Padovano: «Sì... sottolineazione stupida da parte mia, da noi graditissima presenza vostra. Mi innervosirei vedere sguardi che non meritate, insomma». F: «No, figurati, siccome per me lui non c’è più e se ne è andato, il fatto se lo è cercato (...). Le persone a cui tengo sei tu e tua madre, tuo padre e lo sapete da che parte sto».

L’APPALTO DA TRE MILIONI E LE “AZIONI” AL PUPILLO DS
Per gli inquirenti Fasano sarebbe stato il «promotore dell’iniziativa» fraudolenta collegata all’appalto della cartellonistica pubblicitaria sulle strade dell’hinterland leccese dal valore di quasi 3 milioni di euro. «A condizioni vantaggiose per la società Five e svantaggiose per la Provincia», Fasano si sarebbe attivato predisponendo tutti gli atti (prima, durante e dopo) per condurre in porto l’affare «concordando finanche tempi e modi della pubblicazione del bando per ottenere (tra Natale e Capodanno, ndr) una scarsa diffusione e conoscenza». Avrebbe utilizzato frasi in codice («hai letto il libro?», «ti sei fatto dare le ricette dal medico?») e dissuaso i «concorrenti esterni dal proporre ricorso, scoraggiandoli dall’intraprendere iniziative giudiziarie». Si sarebbe dannato per sanare false attestazioni e mancanze dei requisiti minimi di partecipazione. Ottenendo in cambio, dall’imprenditore Luigi Siciliano vincitore dell’appalto, «la cessione gratuita di quote della Five Srl (un terzo, ndr) che faceva intestare a Pietro Paolo Piccolo, segretario della sezione di Gallipoli del partito dei Democratici di sinistra, da lui indotto ad entrare nella struttura societaria “proprio per tutto il discorso futuro”, vale a dire in vista della futura aggiudicazione dell’appalto alla società di cui entrava far parte». In più vi era l’accordo di far assumere alla ditta vincitrice persone indicate da Fasano: «Una cosa che ti darò, e lo sai già, è qualche persona da chiamare, da far lavorare (...). Quando la cosa andrà in porto ognuno dovrà fare la propria parte».

VACANZE E AUTO PAGATE ALLO 007 DELLA VIGILANZA
I carabinieri si imbattono poi in alcune telefonate tra Fasano e tale Basile del ministero dell’Ambiente. Ma quelle che più interessano riguardano Michela Corsi, funzionaria dell’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici, attivata dall’assessore per «fornire una risposta solerte» e «quanto più ermetica possibile» di «diniego di parere» alla richiesta formulata dal responsabile Strade della provincia di Lecce in merito ai cartelloni, che rischiava di tenere in sospeso l’appalto. In cambio «ottiene da Fasano un breve soggiorno gratuito per lei e una sua amica a Pasqua ove le veniva messo a disposizione un appartamento da poco ristrutturato da Giovanni La Gioia (socio della Five, ndr) ed un’autovettura Smart anch’essa offertale da quest’ultimo tramite l’ex sindaco». Fasano: «Un appartamento, così stai più indipendente, nel centro di Lecce». Corsi: «Va bene...». (...) F: «Allora, tu immagina, c’è questo mio amico che ti farò conoscere, poi si chiama Giovanni, ha un B&B in altra parte di Lecce, invece lui mi sta mettendo a disposizione un appartamento che sta proprio nel mio studio (...). Se vuoi ti vengo a prendere all’aeroporto». C. «Pure, mamma mia Flavio...» (...). F. «Per muoverti il mio amico ti dà una Smart».

L’AFFARE DEL CANTIERE NAUTICO: «PAGA PER LA SEZIONE GALLIPOLI»
Fra le accuse mosse a Fasano anche quella di essersi interessato all’appalto della Provincia per l’edificio del «vecchio istituto nautico» progettando di dare i lavori all’imprenditore Alfredo Barone, e alle «varianti» del caso «inserendo l’istituto fra i beni che era possibile dismettere con mutamento della destinazione d’uso per renderlo utilizzabile anche a fini turistici». In cambio Barone avrebbe dovuto anche versare soldi alla sezione dei Ds di Gallipoli. Fasano: «Ah senti, questa cazzo di sezione puoi fare un bonifico». Barone: «Sì, sì. (...) Che cazzo me ne frega, stacco un assegno mio di 500 euro intestato alla sezione, al cristiano della sezione?». F: «Fai il bonifico, 500 euro...». B: «Tu vuoi di più? 1000 euro, 2000, non so quanto, dimmi». F: «Avevo detto 2-3000». B: «Non ho problemi». F: «Fai... contributo volontario, sezione Pd...».

Chiosa il Ros: «È parere di questo comando che la dazione di denaro suddetta sia maturata nell’ambito di un più ampio accordo fra Fasano e Barone finalizzato comunque all’illecito comune interesse di far aggiudicare all’imprenditore la gara per la realizzazione dell’istituto nautico ed altro», come il campus universitario.

Commenti