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Coppa Davis, Panatta è sollevato: "Mi sono tolto un pensiero". Poi polemizza per la nuova formula

Vincitore della Coppa Davis nel 1976, Adriano Panatta festeggia così: "Ora chiameranno loro... Sinner è il numero uno, ora è al vertice e secondo me ci rimane per molto tempo, è straordinario ma oggi dobbiamo festeggiare la vittoria della squadra azzurra"

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Uno dei più grandi tennisti italiani di sempre, Adriano Panatta, da decenni viene ricordato anche per la conquista della Coppa Davis nel lontano 1976. Dopo il bellissimo successo dei ragazzi dell'Italtennis in quel di Malaga, trascinati da un Sinner stratosferico, negli studi Rai Panatta si è lasciato andare a un commento che lascia capire come fosse stanco, ormai, di essere chiamato in causa per ricordare quella mirabile (e fino a ieri unica) vittoria italiana nello sport con la racchetta.

"Dopo il primo match ero tranquillo e sicuro, Sinner non poteva perdere. È stata una bellissima vittoria, sofferta (con la Serbia ndr) però meritata: in questo momento credo che l’Italia sia nettamente la più forte. Se pensiamo che ci manca un giocatore come Berrettini, che soprattutto su questi campi ci sa fare, allora saremmo imbattibili". Poi la butta sullo scherzo: "Mi sono levato un pensiero - dice sorridendo - così almeno ora chiameranno loro. Jannik contro Djokovic ha giocato un match pazzesco, in questo momento è lui il numero uno al di là delle classifiche, che non contano: ora si vede che questo ragazzo è lì, e secondo me ci rimarrà per tanto tempo".

Nelle parole di Panatta, in un giorno di festa per tutti gli italiani che amano lo sport, c'è però anche una polemica, che prende di mira gli organizzatori della Coppa Davis. "Per me questa formula èsbagliata (la novità più grande è che gli incontri delle Finali prevedono la disputa di due singolari e un doppio, giocati tutti nello stesso giorno, ndr), la federazione internazionale deve tornare all’antico, e lo pensano anche i giocatori. Ora spero che si facciano sentire. Ma al di là di tutto, la Davis ha sempre tutto il suo fascino e ora sulla targhetta ci sarà scritto il nome dell’Italia".

"Un pensiero - aggiunge Panatta - lo rivolgo ai miei compagni di 47 anni fa e al capitano Nicola Pietrangeli, per me è stato un privilegio aver fatto parte di questa squadra, ancora oggi tutti ci ’circondanò con tanto affetto, e auguro a questi ragazzi che tra 47 anni anche loro vengano ricordati così. Sono felice per loro, questa cosa rimarrà loro per tutta la vita, questa emozione di vincere la Coppa Davis.

Ora auguro loro di vincerla ancora, ma la prima volta non si scorda più".

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