Termini, il parcheggio-vergogna: gli immigrati chiedono il «pizzo»

Non basta il ticket ufficiale, bande di stranieri con le minacce pretendono altri 2 euro

Termini, il parcheggio-vergogna: gli immigrati chiedono il «pizzo»

Lasciare la propria automobile al Metropark di piazza dei Cinquecento costa 1,55 euro all’ora, almeno secondo quanto riportato sui cartelli posti alle entrate del parcheggio. Peccato però che quei cartelli non indichino l’esistenza di una seconda tariffa da corrispondere. Dal mattino a sera, infatti, nell’area stazionano perennemente numerosi extracomunitari che pretendono un supplemento di 2 euro per sorvegliare le vetture in sosta. Ogni forma di protesta è assolutamente inutile e pagare diventa un obbligo, a meno che al proprio ritorno non si voglia trovare un lungo graffio sulla carrozzeria o ancora peggio un vetro rotto.
Un quadro del genere contraddice quanto Rfi, la società delle Ferrovie che ha in gestione il parcheggio, promette sul suo sito Internet e cioè di «offrire ai clienti sicurezza e qualità di servizio, utilizzando tecnologie all’avanguardia nel controllo della sosta», anche tramite una collaborazione costante con le pubbliche amministrazioni. Collaborazione che a quanto pare è del tutto infruttuosa, come testimoniano le norme pratiche che regolano il parcheggio: «La società non risponde dei danni o furti subiti dalle autovetture». Una maniera comoda per scrollarsi di dosso un problema irrisolto da anni: «Prima qui la gestione era dei polacchi - ricorda un vigile urbano in congedo, appartenente al Nucleo volontariato - poi è stata la volta dei nomadi e ora ci sono questi extracomunitari. Spaventano i clienti, tolgono i cartelli stradali per non far capire che la sosta è a pagamento, si picchiano tra di loro per difendere il territorio o allontanare i nuovi arrivati. E poi si drogano davanti a tutti».
In effetti, nelle cavità degli alberi, negli spazi tra le automobili o agli angoli dei marciapiedi, è facile imbattersi in pericolose siringhe usate. «Abbiamo provato a parlare con loro, a ragionarci - prosegue il volontario - ma ogni volta ci hanno minacciati. Qui ci vuole un intervento dall’alto e una sorveglianza continua, a cui purtroppo nessuno provvede, nonostante il servizio sia a pagamento».
E le pattuglie? Su viale Enrico De Nicola se ne contano tre e tutte ignorano ciò che accade nel parcheggio. Meglio mostrare la paletta alle automobili di passaggio o dispensare multe a chi lascia l’auto dove non dovrebbe. «L’unico motivo per cui mi sono fermato qui per appena dieci minuti (sotto un cartello di divieto di sosta, ndr) - urla un ragazzo sulla trentina mostrando ai vigili la contravvenzione appena ricevuta - è perché non ci sto a pagare il pizzo tutte le volte che devo accompagnare un amico. Anziché prendervela con noi, perché non fate qualcosa per scacciare gli abusivi?». Abusivi che, pochi metri più avanti, proseguono indifferenti la loro fruttuosa attività.
Sulla questione è intervenuto Piergiorgio Benvenuti, capogruppo di Alleanza Nazionale alla Provincia e responsabile della Sicurezza di An per il Lazio: «Credo che i parcheggi antistanti la stazione debbano essere maggiormente controllati - ha dichiarato -.

Sono luoghi dove vi è una affluenza enorme di residenti, pendolari e turisti che quotidianamente vi transitano e che non devono sottostare alle illegittime richieste di un ulteriore ticket per parcheggiare l’auto o transitare fra siringhe utilizzate».

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