"Termovalorizzatore? Si può fare anche fuori Milano..."

Parla l'assessore Cadeo: "Nessuno ha deciso di farlo al Gratosoglio". Abbiategrasso e Segrate sono le sedi più probabili. Ma i tecnici indicano la zona sud della città

"Termovalorizzatore? Si può fare anche fuori Milano..."

Termovalorizzatore, una certezza: «I tecnici indicano il Sud della città per il nuovo impianto. Nessuno ha deciso di farlo in zona Gratosoglio. E, attenzione, per me e non solo per me si può fare anche fuori Milano». Maurizio Cadeo garantisce i residenti della zona 5 che si oppongono all’ipotesi di realizzazione di un nuovo termovalorizzatore.
L’assessore al Decoro urbano declina il virgolettato all’indomani del via libera della Regione al piano provinciale dei rifiuti: «L’amministrazione guidata da Filippo Penati ha inserito nel piano quelle prescrizioni tecniche e modifiche imposte dalla Regione» osserva Massimo Buscemi. Per l’assessore lombardo ai Servizi di pubblica utilità, «il piano provinciale prevede la possibilità, entro breve, che la provincia di Milano diventi autonoma nello smaltimento dei rifiuti attraverso il potenziamento degli impianti esistenti e la realizzazione di un nuovo impianto nel territorio provinciale». Conferma implicita, quindi, che il nuovo termovalorizzatore sorgerà fuori dal comune di Milano.
Una soluzione indispensabile anche perché, osserva Cadeo, «negli ultimi nove anni la produzione di rifiuti è aumentata da 517 chilogrammi a 561», «il livello di autosufficienza per Milano e provincia sta raggiungendo il “limite” e, quindi, nel futuro c’è un impianto moderno ed efficiente, condiviso anche dall’amministrazione provinciale e accompagnato da una maggior raccolta differenziata e da opere di compensazione».
Messaggio inequivocabile sottoscritto pure dalla Provincia tramite Bruna Brembilla: «Per essere autosufficienti nella gestione dei rifiuti serve un incremento dell’impiantistica nel territorio provinciale». Dichiarazione che l’assessore provinciale all’Ambiente fa seguire da una ipotetica soluzione, «sostituire uno dei vecchi impianti con uno nuovo». Riferimento all’offerta del sindaco Giorgio Oldrini che metterebbe a disposizione l’impianto di Sesto San Giovanni. Solo che, notano dal Comune di Milano, «i tecnici indicano il Sud della città per il nuovo impianto e non il Nord ovvero Sesto».
Dettaglio geografico che, di fatto, esclude anche l’offerta lanciata dal sindaco di Segrate: «Lo spazio c’è. È un pensiero che ho fatto più di una volta. Certo, è prematuro aggiungere altro ma non è sbagliato parlarne come una possibilità». Dichiarazione di Adriano Alessandrini che, tra l’altro, valuta positivamente la ricaduta economica di una riduzione dei costi su riscaldamento e gas nelle case dei segratesi. Motivi economici e ambientali che, ad esempio, spingono a sostenere la costruzione-raddoppio di un termovalorizzatore in quel di Abbiategrasso, sud di Milano: «Chiuderebbe il ciclo di smaltimento dei rifiuti e consentirebbe anche l’autonomia della mia città» annota il sindaco Roberto Albetti.
Impianto che, tra l’altro, non brucerebbe solo la normale spazzatura ma anche le biomasse e producendo energia abbasserebbe i costi.
Naturalmente, si attendono altre «disponibilità» di amministrazioni comunali, che sul tema del termovalorizzatore abbiano però chiaro un obiettivo, «garantire ai cittadini un servizio sicuro e efficiente».

Di questo se ne discuterà dopo il voto del 14 aprile in una sede decisionale che non può essere, chiosa Cadeo, un consiglio di zona bensì «una conferenza di servizi con Istituzioni e amministrazioni locali».
E, attenzione, «anche facendo cessare le stupide demagogie e contrapposizioni ideologiche sostenute, sorprendentemente, da Legambiente».

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