La Ternana verso la B con una squadra di «precari»

La Ternana verso la B con una squadra di «precari»

«Con questo metodo siamo tutti in discussione e, credete, ogni estate non sparirebbero tante società in Lega Pro». Un decennio fa si parlava di piano Baraldi: l’allora dg della Lazio ottenne di spalmare gli stipendi per il crack Cirio. Ora in Prima Divisione piace il metodo Cozzella: la Ternana al vertice del girone A ha preso solo svincolati, firmando contratti annuali. Vittorio Cozzella, napoletano 50enne, buon bomber dal ’78 al ’96, in doppia cifra a Treviso, Mantova e Viterbo, è il ds che ha assemblato il gruppo che vuole la B dopo 6 anni.
«Guai a parlare di rinnovi - dice l’allenatore Domenico Toscano - altrimenti sei finito. Piuttosto siamo grati alla società». Della retrocessione (con ripescaggio) della scorsa stagione sono rimasti in 5, capeggiati dal difensore Camillini e dall’attaccante francese Lacheheb. Il progetto minimalista era del patron Edoardo Longarini, ex editore di molti quotidiani nel centro Italia. Voleva cedere la società, per anni l’aveva affidata in mani sbagliate, nei confronti del comune e della tifoseria il suo impegno non è mai venuto meno, non l’ha concessa ad Angelo Deodati e anzi si è affidato al presidente-manager Zadotti.
L’operazione simpatia fa lievitare gli spettatori del «Liberati»: dai 180 paganti della retrocessione a 5mila. Molti aspettano il rientro della squadra dalle trasferte (è avvenuto dopo Reggio Emilia e Monza), persino dopo la sconfitta di Foggia c’erano 400-500 tifosi. Terni conobbe due volte la A negli anni ’70, senza salvarsi, grazie al gioco corto di Viciani. Nell’88 il fallimento con l’imprenditore Migliucci in C2, cinque anni dopo con Gelfusa, che aveva portato Taglialatela, Maiellaro e Tovalieri, troppo onerosi. Problemi ebbe anche il patron Agarini, inglobato nel crack Parmalat, sino alla cessione a Longarini, atteso a gennaio dall’udienza per estinguere il vecchio debito dei giornali.
In rosa 22 giocatori tra cui il difensore Mariano Stendardo, fratello del laziale Guglielmo, l’esterno Dianda (Burkina Faso), il centrocampista Crocefisso Miglietta e il regista argentino Cejas. «Stiamo cambiando la politica - spiega Cozzella, ex dirigente anche dell’Ancona promosso in B -. Prima le società erano prigioniere dei pluriennali con il relativo montestipendi. Paghiamo tutti i mesi, questa è l’arma vincente, senza attendere la verifica trimestrale. Il 15, ad esempio, hanno preso tutti lo stipendio di novembre». Il budget è inferiore ai due milioni lordi per l’intera gestione. «Altre società da anni spendono 7-8 milioni eppure non salgono. A Terni il più pagato prende 65mila euro, non certo netti. Ma i giocatori, strada facendo, si guadagnano quella credibilità che nel calcio si sta perdendo. L’annuale è la cosa migliore, mai aspettarti regali...».
La Ternana conta di resistere, perlomeno in zona playoff, dopo tanta fatica nel far passare la linea dell’annuale per tutti. «Avranno preso informazioni sulla serietà del club - aggiunge Cozzella - la strategia può andare contro l’interesse personale, soprattutto in caso di infortunio, vari procuratori si erano opposti. Anche il mister ha il suo annuale, io stesso rinunciai a un biennale per alimentare questo progetto».
«È giusto avere tutti lo stesso obiettivo - garantisce mister Toscano - partendo da una base comune. La questione rinnovi non è da affrontare, in questo momento i ragazzi hanno solo bisogno di lavorare». Magari qualcuno firmerà per altre squadre.

«È un rischio che devi correre, il mercato comunque offre tranquillamente l’opportunità di ricollocarsi, basta avere pazienza». Ce l’ha Fabio Pisacane, centrale che a 14 anni restò paralizzato, a Ravenna la scorsa stagione denunciò una combine costata 3 anni al ds Buffone.

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