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Il terremoto devasta il Cile «Seicento volte più forte di Haiti»

Un minuto di terrore e panico ha scosso venerdì notte il Cile. Per sessanta secondi la terra ha tremato con un’intensità di 8.8 gradi della scala Richter, una potenza altissima anche per questo Paese abituato ai sismi. Alle 3.34 (le 7.34 in Italia) la terra ha iniziato a sussultare svegliando nel cuore della notte migliaia di cileni che si sono catapultati in strada schivando edifici, ponti, cavi elettrici, alberi che cadevano sotto le scosse del quinto terremoto più violento della storia: ha scatenato un’energia 600 volte superiore al sisma che ha distrutto Haiti poco più di un mese fa. La terra non tremava così in Cile dal 1960, da quando il terremoto più forte degli ultimi 100 anni, di 9.5 gradi, fece migliaia di vittime.
La parte più colpita del Paese è stata quella centromeridionale, vicino alla città di Concepción. Lì, un palazzo di 15 piani si è accartocciato su se stesso (100 persone sarebbero ancora sotto le macerie) mentre altri edifici hanno preso fuoco. Il servizio geologico degli Stati Uniti (Usgs) ha individuato l’epicentro a circa 115 chilometri a Nord di questa città e a circa 325 chilometri a Sud della capitale Santiago.
Il difficile conteggio delle vittime stilato dall’ufficio per le emergenze Onemi parla di 147 morti, anche se il bilancio potrebbe essere destinato ad aumentare con il passare delle ore. La tv ha parlato ieri di 180 vittime. I senza tetto sono circa 400mila. Subito dopo la scossa è arrivato il caos, secondo quanto riportato dalla televisione nazionale Tv de Chile. Quasi tutto il Paese è rimasto senza elettricità. Le telecomunicazioni sono saltate, mentre le tubature dell’acqua sono rimaste asciutte. Gli aerei che stavano atterrando all’aeroporto di Santiago sono stati deviati in Argentina. La forza del sisma ha spinto le autorità a lanciare un allarme tsunami per tutto il Pacifico, cosa che non succedeva dal 1964. Anche il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha invitato la popolazione dello Stato delle Hawaii (dove è nato) a seguire attentamente le istruzioni delle autorità a causa dell’allarme. Ha inoltre assicurato il sostegno di Washington al Cile.
Alcune località costiere cilene vicino all’epicentro sono state già colpite da onde anomale. A Penco, nella regione del Biobío, una delle più colpite, il mare è penetrato nell’entroterra, secondo la Tv cilena. Mentre una serie di onde, alte fino a 15 metri, ha colpito l’isola di Robinson Crusoe, dell’arcipelago Juan Fernández, situato a 600 chilometri dalla costa di Valparaiso. La marina cilena ha poi evacuato per precauzione l’Isola di Pasqua.
In terraferma, però, le immagini e le testimonianze raccolte delle televisioni sono da brividi. «Sono uscita di corsa e ho visto la mia casa sbriciolarsi», ha raccontato una donna alla tv nella regione meridionale di Maule, dove sono morte 85 persone secondo quanto riferito dall’attuale presidente del Cile Michelle Bachelet. Alle 5 della mattina la premier era arrivata nel centro di coordinazione delle emergenze, mentre più tardi ha sorvolato le regioni attorno a Concepción, dichiarandole in stato di calamità.
Nelle strade del centro urbano le scene erano apocalittiche. Nonostante la cittadina sia stata spostata nel 1751, proprio a seguito di un sisma, molti edifici sono crollati, sprofondati o si sono spaccati in due. Un vecchio ponte sul fiume Bio Bio -il più grande del Paese - è crollato, mentre i due rimanenti sono stati bloccati per ispezioni. Il traffico è collassato.
Il terremoto si è fatto sentire anche nella capitale Santiago dove si sono registrati almeno 13 morti.

Impressionanti le immagini del ponte della tangenziale Vespucci Nord, il cui crollo parziale ha portato con sé quasi una decina di macchine.

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