AnconaLa terra torna a tremare proprio quando in Abruzzo, all'Aquila, sta per partire il cantiere di restauro di una delle fontane più belle della città, quella delle 99 Cannelle, uno dei monumenti simbolo del capoluogo di regione devastato lo scorso aprile dal terremoto.
Stavolta, però, l'epicentro del sisma non è l'Abruzzo, ma le vicine Marche, dove ancora è vivo il ricordo del terremoto che nel 1997 lasciò migliaia di persone senza casa. Due scosse in meno di 20 minuti hanno fatto tremare ieri mattina gran parte dell'area centro-sud, in particolare le province di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata. Poi una terza, la più forte. Solo in mattinata se ne sono contate sei. Ma è dal 7 gennaio che sono ricominciati i «movimenti della terra» registrati dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Roma. Al momento, comunque, non ci sono stati danni alle strutture, la gente, però, è tornata in strada e teme che si possa verificare un nuovo 6 aprile.
Ieri, la prima scossa, di lieve entità, è stata registrata alle 9,07 con epicentro a Gualdo ed una profondità di 20 chilometri. La seconda, invece, è arrivata dopo soli 18 minuti ed è stata molto più forte con una magnitudo di 4.0 gradi. Il suo epicentro, come quella di domenica scorsa, è stato individuato nel territorio compreso fra i comuni di Loro Piceno e Sant'Angelo in Pontano, tra Fermo e Macerata.
Ad Ascoli Piceno la popolazione ha avvertito il boato tipico del terremoto e molti si sono riversati in strada: donne, anziani e bambini, tutti con la mente allAbruzzo. Poi, la terza scossa di magnitudo 4.1 e profondità 24 chilometri, avvertita, anche stavolta, in tutto il comprensorio dell'Ascolano. E non solo. I comuni interessati sono Montappone, Falerone e Monte Vidon Corrado.
Il sisma ha fatto tremare le case e le abitazioni in maniera sussultoria per diversi secondi. La scossa è stata avvertita anche in Umbria e in Abruzzo, nell'Aquilano e in maniera più distinta nel Teramano. I sismografi, insomma, tornano ad oscillare con sempre più frequenza, ammesso che da aprile ad oggi si siano mai fermati. Tra la popolazione colpita dal sisma del 6 aprile, quello che ha distrutto la città dell'Aquila, il ricordo di quel giorno è ancora intatto. Vivo. Nitido. Ma in nove mesi sono moltissimi gli interventi realizzati per la ricostruzione della città. Per il recupero della fontana delle 99 Cannelle, ad esempio, il Fai (Fondo ambiente italiano) ha lanciato una campagna di raccolta fondi e ha promosso una cordata solidale di aziende, privati, professionisti, società imprenditoriali, riuscendo a raccogliere già 600mila dei 750mila euro necessari per il lavoro. L'apertura del cantiere è un modo per dare un segno, come spiegano dal fondo, per la rinascita del centro storico della città.
Si comincia con la messa in sicurezza e il consolidamento strutturale del monumento, per poi passare alla ricucitura delle parti danneggiate, il risanamento delle perdite d'acqua, il consolidamento del muro e della porta d'ingresso alla città, l'impermeabilizzazione e il trattamento del pavimento. «Un intervento immediato e concreto, che ci auguriamo darà il via ad una serie di iniziative per il recupero dei beni culturali», sottolineano dal Fai.
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