
Dopo il coltello, è l'arma preferita dai terroristi palestinesi per colpire i civili in Israele e Cisgiordania. "Carlo" è il nome che gli hanno dato i miliziani in onore della mitraglietta svedese Carl Gustav, un modello adottato dall'esercito svedese nel 1945 e successivamente concesso in licenza all'Egitto, dove le unità furono vendute con i nomi di Port Said e Akaba. E proprio questa è stata utilizzata nell'ultimo attentato a Gerusalemme, dove sono state brutalmente ammazzate sei persone.
Un'arma home-made
Si tratta di un'arma automatica artigianale - prodotta prevalentemente in officina con materiali come tubi, molle e congegni non di certo militari - con una gittata limitata, la cui precisione è minima a causa della canna liscia. Il meccanismo è rudimentale: quando viene sparato un proiettile, l'esplosione fa arretrare l'otturatore, che espelle il bossolo esaurito e alimenta automaticamente il colpo successivo nella camera. Questo processo si ripete automaticamente finché il tiratore tiene premuto il grilletto o finché le munizioni non si esauriscono. Un'arma di questa tipologia può avere diferse forme, dalla "semplice" pistola lievemente più grande al mitra. L'impugnatura a pistola stile M4/M16 è la versione di produzione commerciale e l'utilizzo di caricatori dei mitra Uzi calibro 9, altre sono strate modellate sui mitra MP5 e sui fucili tipo AK. Secondo quanto appreso i calibri di queste piccole armi - facili da nascondere in borse, zaini o semplicemente sotto un giaccone - sono 9x19 mm. Il punto di forza della Carlo, quindi per i terroristi che ogni giorno decidono di togliere la vita a civili innocenti, è che è impossibile impedirne la produzione dato che per costruirla bastano poche nozioni tecniche, una connessione a internet dove reperire le istruzioni e i pezzi fisici. Secondo gli esperti, le Carlo sono realizzate con estrema facilità e con altrettanta facilità contrabbandate lungo i confini giordano, siriano, libanese ed egiziano. Secondo N.R. Jenzen-Jones, direttore di ARES, una società di consulenza tecnica specializzata in intelligence, la Carlo "è popolare perché sono necessari pochi macchinari e competenze tecniche per produrlo", allo stesso tempo è un'arma low cost infatti i prezzi si aggirano tra i 700 e i 1000 dollari al pezzo.
La diffusione nel mondo
La maggior parte di queste armi si basa su modelli presi da "pubblicazioni americane", ha dichiarato Jenzen-Jones al Times of Israel. I primi a farne uso furono crininali comuni negli anni 70, poi sono diventati pezzi da vendere nel mondo dei trafficanti di piccolo taglio e alla fine - come spesso avviene - si finisce a rifornire militanti e terroristi, magari attraverso gli stessi giri. Proprio il prezzo contenuto, la facilità di produzione e il fatto che possono solo sparare a raffica l'hanno resa una delle armi predilette dai terroristi per gli attacchi a distanza ravvicinata. Si potrebbe dire minima spesa, massima resa. Vengono appunto utilizzate in quegli attentati dove c'è il maggior numero di persone - parchi, fermate degli autobus, piazze - in un'unica area, in modo tale da aprire il fuoco senza nemmeno mirare, semplicemende sparando sulla folla, per colpire il maggior numero di vittime. Il problema per le forze dell'ordine è quello di rintracciare queste armi tascabili una volta prodotte, vista la mancanza di numeri di serie.
Alcune sono state rinvenute in Croazia, Brasile, Cile, Ucraina, Sud America, Caraibi, Australia e anche in Italia.