Un terzo bimbo testimonierà «Ma evitategli ogni disagio»

Un terzo bimbo testimonierà «Ma evitategli ogni disagio»

Un terzo bambino tra i 19 indicati dalla Procura di Tivoli come presunte vittime di abusi sessuali a Rignano Flaminio sarà ascoltato, il 2 ottobre, come «testimone» nell’ambito dell’inchiesta sui fatti che sarebbero avvenuti nella scuola materna Olga Rovere. Lo ha deciso ieri il Gip del Tribunale di Tivoli, Elvira Tamburelli, stabilendo che il piccolo - di 5 anni - è idoneo a testimoniare, come del resto indicato già da una perizia discussa oggi. Il Gip ha disposto che per l’interrogatorio siano presi ulteriori accorgimenti tecnici per far sentire il bimbo a proprio agio e per evitargli quei disagi emotivi lamentati dai genitori dei due piccoli interrogati nelle precedenti occasioni. In questo modo il Gip ha accolto parzialmente la richiesta dell’avvocato di parte civile Roberto Ruggero, il quale chiedeva che i bambini fossero sentiti nelle loro abitazioni. Il giudice ha ritenuto che non sia possibile «per obiettive difficoltà tecniche» e per non «invadere lo spazio abituale del bambino».
Lo stesso Gip Tamburelli ha deciso di non procedere all’audizione di una bambina poiché, come stabilito dalla stessa perizia eseguita dal collegio di esperte guidato da Angela Gigante, non ritenuta idonea a rendere testimonianza. Al riguardo il Gip ha respinto una richiesta del pubblico ministero Marco Mansi che chiedeva, invece, l’audizione della piccola.
Le decisioni del Gip sono state prese al termine di una lunghissima udienza dedicata alla discussione, tra le parti, dei risultati della perizia. L’audizione del 2 ottobre si terrà nel tribunale di Tivoli in sede di incidente probatorio, l’istituto del codice di procedura che consente a un atto istruttorio di assumere il valore di prova in un eventuale processo. Si tratta della stessa procedura adottata per le audizioni di altri due bambini avvenute nello scorso luglio.

In quell’occasione entrambi i piccoli chiamarono in causa le maestre Patrizia Del Meglio e Marisa Pucci parlando di «cose cattivissime» avvenute nel «castello cattivo». Testimonianze che furono definite fantasiose e prive di riscontri probatori da parte dei difensori dei sette indagati.

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