da Milano
Occhi puntati, domani, sul consiglio di amministrazione dellAlitalia che esaminerà i conti al 30 settembre. Il terzo trimestre è il più importante perchè contabilizza la stagionalità più redditizia dellanno, e cè molta curiosità sullesito della gestione operativa della compagnia, sempre in bilico tra la cessione e il commissariamento: nei giorni scorsi lo stesso ministro dei Trasporti Bianchi ha evocato lipotesi del fallimento, cosa che non aveva mai fatto prima. I dati sulla posizione finanziaria netta - comunicati mensilmente in base alle richieste della Consob - hanno continuato in questi mesi a fornire indicazioni poco confortanti, con una continua crescita dellindebitamento e con unerosione progressiva della liquidità. Questultima è ancora frutto dellaumento di capitale di fine 2005, un miliardo di euro che è servito soltanto a tenere in vita con lossigeno la società, senza alcun investimento che ne potesse invertire le sorti. Ricordiamo che la perdita operativa consolidata del primo semestre 2007 è stata pari a 127 milioni di euro (con un miglioramento di 3 milioni rispetto alla perdita del primo semestre 2006), e che il risultato netto, sempre al 30 giugno, è risultato negativo per 211 milioni (miglioramento di 9 milioni). Nel 2006 la perdita complessiva del gruppo era stata di 626 milioni. I passeggeri trasportati nel corso del primo semestre 2007 sono stati 11,9 milioni.
Intanto inizia il conto alla rovescia in vista del 20 novembre, quando cioè il presidente della compagnia, Maurizio Prato, dovrebbe aver individuato il potenziale partner o, comunque, la ristrettissima rosa di candidati allacquisizione della quota di controllo di Alitalia. Obiettivo: chiudere entro lanno. In pista ci sono sempre Air France-Klm, Lufthansa, lAp Holding di Carlo Toto e la cordata Baldassarre che non si dà per vinta: ha diffidato Alitalia per lesclusione dalla gara e ha annunciato la discesa in campo di Ubs. Difficile scommettere su chi la spunterà. Non aiuta certamente il distacco dei due colossi: Air France-Klm e Lufthansa, infatti, non si sono mai mostrate entusiaste di aprire il fronte italiano. Daltro canto, nessuna delle compagnie può mollare la presa per non perdere un tassello strategico, qual è, appunto, il mercato italiano.
Eloquenti le parole pronunciate nei giorni scorsi dallamministratore delegato di Lufthansa, Wolfgang Mayhuber: «Non so se andremo avanti con la procedura, ma esamineremo la questione visto che il mercato italiano è importante».
Eppure, sulla base delle voci circolate nelle ultime settimane, le chance dei tedeschi sembrano elevate.
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