«Testaccio, core de Roma»: quando il tifo è un film «cult»

Proiettato in anteprima sabato sera a piazza Santa Maria Liberatrice

C’è chi per il calcio rinuncia agli affetti di una moglie o di una fidanzata e chi dice «no, grazie» a una buona mangiata con gli amici. C’è persino chi si dimentica i figli in macchina, ma queste sono storie da cronaca nera, o almeno vicende da curare da uno strizzacervelli. Insomma, il variegato mondo dei tifosi (e non c’è bisogno di estrapolare altri esempi) offre spaccati di vita senza eguali, perché la passione per il football è unica. Gwyn Sannia, regista italo-gallese, ha pensato bene di descrivere il tifo attraverso un documentario, «Core de Roma», che è stato proiettato gratuitamente in anteprima sabato sera nel cuore di Testaccio, a piazza Santa Maria Liberatrice.
Diciamo la verità: non ha fatto grossi sacrifici né ha avuto bisogno degli sfarzi hollywoodiani, perché il film, girato nell’arco di due anni, è stato ambientato nel Testaccio Roma Club, luogo di incontro storico per i tifosi romanisti del quartiere dove, nel 1927, è nata l’As Roma. Ha descritto per filo e per segno la quotidianità di una fetta di quel popolo giallorosso innamorato pazzo della sua squadra, la Roma appunto, immortalando rughe e sentimenti, tensioni e gesti, sguardi e voci. Attimi di vita piacevolmente «rubati» a Sergio, il presidente del Club, o a Giorgio, il tappezziere, oppure ad Alfredo, il lazialone, e tutti gli altri soci che rinnovano quotidianamente la loro storica amicizia guardando le partite, giocando a scopetta e, soprattutto, prendendosi in giro.

Le loro storie racconteranno uno spaccato di vita della Città Eterna: la passione per il calcio, la rivalità stracittadina e un quartiere, Testaccio, che non ha perso la propria anima popolare. Cinquanta minuti di documentario, prodotto dalla Oyibo Productions, giovane società di produzione indipendente di documentari vincitrice dell'XI Premio Ilaria Alpi.

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