Testimone sul blog: "So chi ha ucciso Raciti"

La polizia intercetta su internet un dialogo tra tifosi che avrebbero partecipato agli scontri dopo il derby siciliano: "Ero lì, ho visto tutto", dice uno di loro. In manette anche il custode dello stadio, sua moglie e la figlia. L’uomo, ultrà del Catania, era stato diffidato dall’assistere alle partite

Testimone sul blog: "So chi ha ucciso Raciti"

Paolo Di Grazia e Gian Marco Chiocci
«Ho visto mentre colpivano l’ispettore, ero lì, con loro. Ho partecipato all’azione. So chi è stato». Poche parole, a cui segue una breve descrizione della dinamica dell’attacco che sembrerebbe coincidere con quanto riportato nelle relazioni di servizio stilate dai compagni di Filippo Raciti. La «confessione» del presunto teppista avviene on line, a poche ore dal colpo subito dal poliziotto che si rivelerà mortale, su un blog frequentato esclusivamente dai più irriducibili tifosi del Catania. L'ha scovato e rintracciato a notte fonda la speciale squadra della polizia postale di Catania incaricata di monitorare qualsiasi cosa viaggi in internet riferita agli scontri nel derby. Un'informativa con i primi riscontri effettuati grazie alla collaborazione del provider che ha fornito l'«ip» (il codice numerico che identifica il computer da cui è partito il messaggio) è finita in giornata sul tavolo del procuratore aggiunto Papa. Non si escludono clamorose novità a stretto giro di posta (elettronica).
Si fanno dunque sempre più serrate le indagini: a Catania è caccia all'uomo, con interrogatori e tappeto e con operazioni di rastrellamento negli ambienti del mondo ultrà del tifo e in sacche della criminalità organizzata che potrebbe essere vicina alle frange più estreme dei sostenitori etnei. Ieri sono finiti in manette anche il custode dello stadio, Luigi Mannino 46 anni, sua moglie, Grazia Falsaperla e la figlia Angela. Al momento le accuse sono quelle di resistenza e violenza a pubblico ufficiale per avere impedito una perquisizione. Il custode, che sul braccio destro ha un tatuaggio, segno di riconoscimento degli ultras della Curva nord, era già stato sottoposto (dal febbraio 2003 al febbraio 2006) al divieto di accesso nei luoghi dove si svolgono manifestazioni sportive, dopo aver aggredito le forze dell'ordine con il lancio di pietre. Ieri per non smentirsi ha aizzato i cani contro i poliziotti che stavano effettuando dei controlli all’interno del Massimino. In un locale in suo uso la polizia ha sequestrato delle mazze da baseball e alcune biglie di ferro. Fermato poi un minorenne, il decimo: si tratta di F. P., incensurato, riconosciuto dagli investigatori nelle registrazioni dei tafferugli. I minorenni arrestati sono tutti incensurati mentre il totale dei fermati sale a 33.
Nel frattempo, continuano le perquisizioni nelle sede e nei tradizionali luoghi di riunione dei gruppi del tifo catanese.

È stato sequestrato un vero e proprio arsenale utilizzato dai «tifosi»: spranghe, mazze, bombe carta e vario materiale esplodente. L’autopsia sul corpo di Raciti, intanto ha confermato che il poliziotto è morto per un colpo al torace e all’addome provocato o da una spranga o dal lancio di un masso partito dalla curva nord.

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