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Il testo rilanciato dai giornali sta raccogliendo una pioggia di adesioni «Nel momento in cui il deficit incombe ci sembra necessario contribuire»

Fra ricchi ci si intende meglio. Forse. O forse il risveglio d’orgoglio dei ricchi francesi, quantomeno di una formazione illustre di essi, adesso potrà venire interpretato da noi, cugini d’Oltralpe, come una versione aggiornata della Marsigliese. È pur vero, d'altra parte, che le parole dell’incipit, Allons enfants de la Patrie, Le jour de gloire est arrivé!, si attagliano perfettamente alla gravità della congiuntura economica che ha spinto un nutrito gruppo di paperoni francesi a sottoscrivere un manifesto impegnativo dal titolo: «Taxez-nous!», «Tassaci!».
Un appello in cui chiedono pubblicamente a Sarkozy l’introduzione di un contributo eccezionale sui propri redditi. E le adesioni fioccano. Al manifesto, pubblicato sul settimanale Le Nouvel Observateur stanno infatti aderendo imprenditori e finanzieri notissimi, noti e meno noti. Ma tutti con almeno una cosa in comune: un portafoglio piuttosto affollato di banconote. Tra i primi Liliane Bettencourt, ereditiera dell'impero dell'Oreal, i patron della Total, Cristophe de Margerie e di Società General, Frederic Oudea, il presidente di Air France, Jean-Cyril Spinetta. Ma anche, fra gli altri, Denis Hennequin, amministratore delegato di Accor; Marc de Ladreit Lacharriere, presidente del Fimalac; Maurice Levy, Ceo di Publicis; Franck Riboud, amministratore delegato di Danone; Stephane Richard, Ceo di Orange; Louis Schweitzer, presidente di Volvo e AstraZeneca; Marc Simoncini, presidente di Meetic, il fondatore della Jaina Capitale; Philippe Varin, Ceo di PSA Peugeot Citroen.
Un successone, dunque, che mandato in orbita dalle prime, autorevoli, sedici firme, è stato rilanciato dai quotidiani francesi proprio alla vigilia del vertice convocato dal presidente Nicolas Sarkozy con i ministri economici per varare una nuova serie di misure anti-crisi ed evitare alla Francia il rischio della retrocessione dalla «3 A» da parte delle agenzie di rating. «Noi, i presidenti, amministratori delegati, uomini e donne del mondo degli affari, finanzieri, professionisti e cittadini ricchi - si legge nel manifesto - sosteniamo la creazione di un contributo eccezionale che andrà ad interessare i contribuenti francesi più facoltosi. Questo contributo sarà calcolato in proporzione ragionevole, al fine di evitare effetti economici negativi, come la fuga di capitali e una maggiore evasione fiscale! Siamo consapevoli - proseguono i firmatari - di aver pienamente beneficiato del modello di sviluppo francese e dell’ambiente economico europeo, ai quali noi siamo fedeli e che ci siamo impegnati a preservare. Tale contributo non è una soluzione in sé ma deve far parte di un più ampio sforzo di riforma, sia sul fronte delle spese, sia su quello delle entrate. Nel momento in cui il deficit di bilancio e le prospettive di peggioramento del debito pubblico minacciano il futuro della Francia e dell’Europa, nel momento in cui il governo chiede a tutti uno sforzo di solidarietà - conclude il manifesto - ci sembra necessario contribuire». A seguire, le firme che, come accennavamo, dopo le sedici iniziali, stanno diventando sempre più numerose.
Resto il fatto che il risveglio d’orgoglio dei ricconi francesi non si discosta poi di molto dalla proposta avanzata l’altro giorno nella sua «manovra» alternativa da Luca Cordero di Montezemolo. Quella di abolire il «contributo di solidarietà» e di mettere un’imposta patrimoniale permanente sui patrimoni superiori a 10 milioni. Un’imposta, basata sull’auto-dichiarazione di patrimoni mobiliari e immobiliari, che garantirebbe un gettito di oltre un miliardo. Anche la sua filosofia sembra essere stata fonte di ispirazione per i suoi colleghi transalpini pari reddito. «È giusto che chi ha di più deve pagare di più - ha sottolineato infatti il presidente di Ferrari e leader di Italia Futura- e io, ricco, sono pronto a pagare più tasse. Per ragioni di equità e solidarietà».

Ha parlato così chiaro Montezemolo che, evidentemente, lo hanno capito anche in Francia. Vedete che fra ricchi ci si intende meglio?

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