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Tettamanzi: «Case meno care per i giovani»

Ha invitato le parrocchie ad accogliere i separati: «Hanno un grande bisogno di essere ascoltati»

L’arcivescovo invita le parrocchie ad accogliere i separati: «Alcuni soffrono per il matrimonio fallito e dobbiamo saperli ascoltare». Poi rivolge un appello alle istituzioni: «Lavorino con più armonia per risolvere problemi che non hanno colore politico, come quello della casa».
Dionigi Tettamanzi lo fa alla presentazione del programma per l’anno pastorale, «la prima tappa di un percorso triennale con al centro la famiglia». Durante la cerimonia in Duomo, il cardinale ricorda a fedeli e sacerdoti l’importanza dell’ascolto: «Solo così si diventa comunità accoglienti». Qualche ora dopo, presentando il programma alla stampa, parla anche dei problemi della città. Come il caro alloggi. «Ci sono non poche coppie di giovani costrette a rimandare le nozze desiderate perché non si possono permettere una casa a causa degli altissimi prezzi - scrive Tettamanzi nel suo libro-programma - e famiglie in precarie condizioni economiche che fanno molta fatica a sopportare i costi della casa. Ma che famiglia è quella che non ha casa?». Da qui il richiamo a politici e istituzioni: «Serve un metodo di lavoro nuovo per non sprecare le risorse».
Il discorso si sposta così al tema del matrimoni. A Milano i riti civili superano quelli religiosi. «Succede in tutte le grandi città, è un dato che preoccupa, le cause si capiscono solo con l’ascolto». Spesso, poi, i matrimoni falliscono. Ai separati, spiega il cardinale, «va dato il massimo dell’accoglienza, vanno aiutati a camminare verso la strada giusta: quella del matrimonio religioso che funziona». «Inconciliabile» con le unioni di fatto: «Il mio pensiero è quello del Papa e della Cei» ricorda l’arcivescovo che sprona le famiglie cattoliche a uscire allo scoperto: «Siano un esempio per gli altri. La famiglia non si deve chiudere in se stessa, deve ascoltare e dialogare».
Uno sforzo è chiesto anche ai suoi sacerdoti: «La domenica mi piacerebbe vederli accogliere i fedeli sulla porta della chiesa». Sul celibato dei preti il cardinale pensa sia giusto non cambiare: «L’amore può essere vissuto nel matrimonio o nella verginità. Di questo secondo aspetto non parla l’enciclica Deus caritas est del Papa, io sono andato oltre - sorride -. Quando parlo a suore o sacerdoti dico loro: “Voi non amate meno delle persone sposate”». Nel programma («L’amore di Dio è in mezzo a noi. Famiglia ascolta la parola di Dio» il titolo, 4 euro, in libreria), il cardinale ricorda inoltre l’importanza della Bibbia: «Riprendo un’idea del mio predecessore, Carlo Maria Martini: vorrei portare una Bibbia in ogni casa».
Il discorso torna poi all’attualità. Nelle ultime settimane si sono avuti diversi episodi di violenza contro le donne. «Bisogna fare prevenzione, la cultura e l’educazione devono coltivare valori come il rispetto della donna. Se i valori sono sfigurati si arriva a comportamenti orrendi».
Il cardinale parla nella sala riunioni dell’arcivescovado. Dalla vicina piazza Duomo arrivano le urla di festa degli amici dei seminaristi. L’assessore Vittorio Sgarbi è intenzionato a vietare spettacoli e comizi nella piazza. Il cardinale non vuole commentare: «Dico solo che oggi è stato bello uscire dal Duomo e non vedere niente». Niente palchi, piste di pattinaggio o campi di pallavolo.

L’idea di Sgarbi risponde a una richiesta avanzata da tempo dalla curia. «Aspettiamo che alle parole seguano i fatti - dicono in curia -. A Natale vedremo se sarà davvero così. Nessuno ci ha interpellato ufficialmente sulla questione».

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