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Tetto agli stipendi dei manager pubblici: il governo Monti accelera

Il governo accelera sul provvedimento che fissa un tetto sugli stipendi dei manager pubblici: non guadagneranno più del presidente della Corte di Cassazione

Tetto agli stipendi  dei manager pubblici: il governo Monti accelera

"Il governo è pienamente consapevole dell’importanza del contenimento dei costi degli apparati burocratici", recita una nota diffusa da Palazzo Chigi, che poi continua: "Dal buon esito dell’operazione dipendono sia il successo dei programmi di risanamento dell’economia, sia quello degli stimoli alla crescita e competitività. Il contenimento dei costi della burocrazia contribuirà cosi a rafforzare il credito di fiducia che i Paesi dell’Eurozona e gli investitori internazionali decideranno di accordare all’Italia nei mesi a venire". 

Per questo motivo, il premier Mario Monti ha trasmesso al presidente del Senato, Renato Schifani, e al presidente della Camera, Gianfranco Fini, lo schema di provvedimento sul limite massimo retributivo dei dipendenti pubblici, previsto nel decreto "Salva Italia".

Il provvedimento si basa su due principi: il trattamento economico complessivo del primo Presidente della Corte di Cassazione diventa il parametro di riferimento per tutti i manager delle pubbliche amministrazioni. In nessun caso l’ammontare complessivo delle somme loro erogate da pubbliche amministrazioni potrà superare questo limite; per i dipendenti collocati fuori ruolo o in aspettativa retribuita, presso altre pubbliche amministrazioni, la retribuzione per l’incarico non potrà superare il 25% del loro trattamento economico fondamentale.

Lo schema di decreto verrà sottoposto al preventivo parere delle competenti commissioni di Senato e Camera.

I relativi risparmi andranno al fondo di ammortamento dei titoli di stato.

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