Tevere navigabile, approdi alla deriva

«Orgogliosi di essere romani», recita il manifesto del sindaco uscente sul quale un ragazzo in maglietta nera mostra la foto di un battello sul Tevere. Eppure una visita agli imbarchi di Ripa Grande e di Ponte Marconi lascia misteriosi i motivi dell’«orgoglio fluviale» veltroniano. L’approdo di Trastevere, che dovrebbe permettere di proseguire verso sud dopo le rapide dell’Isola Tiberina, come noto non è attivo. I cartelli sono stati distrutti dai vandali, il pontile è danneggiato e circondato da carcasse di scooter gettati in acqua. A Ponte Marconi l’imbarco invece è in funzione, ma non si direbbe.

Parte della balaustra metallica che circonda il molo è rotta e pende verso l’acqua, lo scivolo per l’accesso dei disabili è ostruito dal fango secco che dopo la piena dello scorso inverno non è stato rimosso, il viale di accesso all’approdo è pieno di rifiuti e reso disagevole da una vegetazione troppo rigogliosa e il piazzale all’altezza di viale Marconi è sterrato, sporco e privo di segnaletica.

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